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Lavoro, numerose bandiere della Cgil in piazza per lo sciopero provinciale

Numerosi coloro che hanno aderito alla manifestazione, che si è svolta esattamente 45 anni dopo l'approvazione dello statuto dei lavoratori (legge 300 del 1970)

Lavoratori e pensionati hanno dato vita mercoledì mattina a un corteo per le vie di Ravenna in occasione dello sciopero provinciale proclamato dalla Cgil di Ravenna. La manifestazione è partita alle 9,30 in piazza Baracca, il corteo ha attraversato il centro storico per poi confluire in piazza del Popolo dove hanno preso la parola il segretario provinciale della Cgil di Ravenna, Costantino Ricci, e Cesare Melloni, della segreteria regionale della Cgil. Dal palco sono intervenuti lavoratori e lavoratrici in rappresentanza di diversi comparti, dai metalmeccanici alla funzione pubblica, dalle cooperative alla scuola.

La giornata di mobilitazione si è svolta in maniera pacifica e nel corso della manifestazione sono emerse tutte le motivazioni che hanno spinto la Cgil di Ravenna a scendere in piazza: “Ancora una volta - dice il segretario Costantino Ricci - le proposte del sindacato trovano una risposta in termini di partecipazione da parte dei cittadini e dei  lavoratori, anche se non sono potuti essere qui con noi tutti i lavoratori sottoposti alla normativa 146 sui servizi pubblici essenziali. La manifestazione segna l'avvio di un nuovo percorso; vogliamo un nuovo statuto dei lavoratori. A 45 anni di distanza dall'approvazione dello statuto non possiamo rassegnarci a celebrarne il funerale e a decretare la fine dei diritti e delle tutele nei luoghi di lavoro. La Cgil mette in campo tutte le azioni possibili per un nuovo statuto che deve includere tutte le forme di lavoro dipendente in modo che ogni lavoratore ci si possa riconoscere. Il nuovo documento non sarà una riedizione dell'esistente, perché deve cogliere i cambiamenti avvenuti nei luoghi di lavoro”.

Sciopero provinciale della Cgil a Ravenna (foto Argnani)

Ricci lancia dunque una nuova fase in piena emergenza occupazionale: “Fa piacere che alcuni indicatori nazionali mostrino un aumento delle assunzioni e ci sia una prospettiva di crescita del Pil; ma il dato di fatto è che la disoccupazione in Italia è ancora al 13%, quella giovanile al 43% (a marzo in crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente) e quella femminile al 14%. A Ravenna i senza lavoro hanno raggiunto il 11,3% con oltre 36.000 disoccupati. Servirebbero maggiori e certi ammortizzatori sociali, invece il Governo ha cancellato la cassa integrazione in deroga. Nella nostra provincia ci sono 587 lavoratori che ne usufruiscono e che, a breve, rischiano di andare a ingrossare le file dei disoccupati. Sempre sul territorio sono 2.522 i lavoratori che sono stati posti in cassa integrazione. Il Governo ha sbagliato a cancellare la mobilità e a introdurre come sussidio di disoccupazione la Naspi, per la quale ci sono diversi dubbi interpretativi. Il paese rischia un aumento delle persone espulse dal mondo del lavoro - conclude Ricci -. La Cgil riparte e lo fa con tutte le forze sociali e politiche che vogliono cambiare in meglio il paese”.

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