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Gioco d'azzardo, Ancisi (Lista per Ravenna) propone il 'modello Genova'

Giovedì il consiglio comunale di Ravenna discuterà un ordine del giorno della maggioranza e una mozione del consigliere della Lega Paolo Guerra sul contrasto al gioco d'azzardo

Giovedì il consiglio comunale di Ravenna discuterà un ordine del giorno della maggioranza e una mozione del consigliere della Lega Paolo Guerra sul contrasto al gioco d'azzardo. "Sono anni - esordisce il leader di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi - che si dibatte questo tema nel Comune  di Ravenna nella convinzione che le ludopatie producano danni enormi a molte famiglie e risvolti sociali allarmanti, senza che sia stata messa in campo alcuna misura concreta che non fosse di carattere pedagogico, assolutamente inefficace".

"Ora il sindaco, esercitando l'unico potere che l'ordinamento gli riconosce in materia, ha annunciato una limitazione dell'orario di apertura delle sale da gioco alle 24 - prosegue il consigliere comunale -. Ma il toro si prende per le corna, non per il pelo. Se una comunità locale vuole regolare la possibilità di praticare illimitatamente il gioco d'azzardo ad ogni angolo di strada, deve farlo non a spot ma adottando, come per ogni altro settore della vita civile, un regolamento organico, strutturato e stabile: competenza che l'ordinamento assegna esclusivamente al consiglio comunale".

"Allora - aggiunge Ancisi - finiamola di lanciarci, tra sindaco, assessori e consiglieri, idee che brillano per lo spazio di un comunicato stampa e poi si disperdono. Il consiglio comunale deve adottare un regolamento contro la dipendenza del gioco d'azzardo, prendendo esempio da altri che lo hanno fatto con successo ed efficacia. Di qui la proposta di mozione del consiglio comunale che ho presentato alla presidenza del consiglio stesso, che affida al sindaco e alla giunta comunale, avvalendosi del personale tecnico e amministrativo alle loro dipendenze, il compito di predisporre la bozza di tale regolamento sulla base degli indirizzi a cui si è attenuto il regolamento del Comune di Genova: regolamento che il Tribunale Amministrativo Regionale ha giudicato legittimo, respingendo 15 ricorsi presentati da società attive nel gioco d'azzardo. Ove la mozione dovesse essere respinta senza che emerga altra proposta che vada nella medesima direzione, che è l'unica strada maestra praticabile, sarà Lista per Ravenna a redigere e presentare una bozza di tale regolamento".

Questi i punti sostanziali del regolamento dell'amministrazione genovese. "Protezione dei luoghi sensibili", "le agenzie per la raccolta di scommesse e le sale di videolotterie o giochi con vincita in denaro devono distare almeno 300 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da: istituti scolastici e strutture universitarie; luoghi di culto; impianti sportivi e centri giovanili o frequentati principalmente da giovani; strutture residenziali o semiresidenziali sanitarie o socio-assistenziali; strutture ricettive; attrezzature balneari e spiagge; giardini, parchi e altri spazi verdi pubblici attrezzati. Non potranno essere aperte sale nel raggio di 100 metri da sportelli bancari, postali o bancomat, né agenzie di prestiti di pegno o attività in cui si eserciti l’acquisto di oro, argento od oggetti preziosi".

Capitolo "adempimenti": "l’apertura di sale pubbliche da gioco, il loro trasferimento o ampliamento o il cambio di titolarità sono sempre subordinati all’ottenimento dell’autorizzazione comunale, nei termini fissati dal regolamento. Il titolare del gioco con vincite in denaro identifica i minori di età mediante richiesta di esibizione di un documento di identità, tranne i casi in cui la maggiore età sia manifesta. È vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco".

Quindi "revoca e sospensione": "L’autorizzazione comunale decade in caso di accertato superamento per due volte dei limiti di rumore previsti dalle vigenti normative o per motivi di pubblico interesse, quali sicurezza urbana, quiete pubblica, viabilità. Può essere sospesa quando venga meno la sorvegliabilità dei locali o per motivi di igiene o per inosservanza delle norme contenute nel regolamento. Qualora il titolare non provveda al ripristino delle condizioni prescritte dall’autorità entro i termini dalla stessa stabiliti, l’autorizzazione può essere revocata, salvo proroghe per accertata necessità". "Le limitazioni di orario (specialmente di notte) sono disposte con ordinanza del sindaco".

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