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Hera, approvate le modifiche allo statuto sociale e il contratto di sindacato di voto

E’ significativa la modifica introdotta al sindacato di blocco, che nell’arco di validità del patto prevede la riduzione delle azioni pubbliche bloccate dal 51 al 38,5 per cento.

Il consiglio comunale ha approvato modifiche allo statuto sociale di Hera e il contratto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari (patto luglio – giugno 2018). La delibera è stata approvata con 15 voti favorevoli e 12 contrari. Hanno votato a favore Pd e Pri; contro i gruppi di opposizione, Sel e Fds. I contenuti della delibera sono stati illustrati da Carlo Pezzi, presidente di Ravenna Holding. La proposta del nuovo contratto di sindacato di voto e di blocco azionario, che prevede una minore percentuale di azioni pubbliche sottoposte al divieto di trasferimento e l’introduzione del cosiddetto voto maggiorato, comporta appunto anche una modifica dello statuto sociale, che sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea dei soci il 28 aprile.

I soci pubblici di Hera hanno stabilito di procedere al rinnovo del contratto di sindacato di voto e di blocco azionario, in prosecuzione dei precedenti patti e in particolare di quello stipulato il 23 dicembre scorso, che produce i suoi effetti fino al 30 giugno, mantenendo sostanzialmente inalterati gli assetti e gli equilibri esistenti presenti nell’accordo. Nessuna rilevante modifica è prevista nella disciplina del sindacato di voto. E’ significativa la modifica introdotta al sindacato di blocco, che nell’arco di validità del patto prevede la riduzione delle azioni pubbliche bloccate dal 51 al 38,5 per cento.

Tra le principali modifiche allo statuto c’è l’introduzione del cosiddetto voto maggiorato (previsto dal Tuf, Testo unico della finanza) ovvero il diritto per i soci di vedersi attribuire due voti e non uno per azione. Le azioni attraverso le quali è possibile esprimere il voto maggiorato devono essere iscritte in un elenco speciale istituito dalla società e l’azionista deve conservarne la titolarità per almeno 24 mesi; inoltre il voto maggiorato può essere espresso solo in relazione ad alcune specifiche decisioni dell’assemblea dei soci.

Il contratto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari (patto luglio 2015 – giugno 2018) prevede che i soci pubblici si impegnino a mantenere iscritte in tale elenco speciale tutte le azioni sottoposte a blocco; queste varranno quindi due voti e non uno. Il voto maggiorato è uno degli strumenti, ma non l’unico, che consentono la prevalenza del capitale pubblico anche con un numero minore di azioni sottoposte a blocco. Si ricordano anche il limite al numero delle azioni detenibili e dei voti esprimibili dai soci non pubblici. Il numero complessivo delle azioni bloccate non potrà essere inferiore al 45,1 per cento del capitale sociale di Hera dalla data di efficacia del patto (1 luglio 2015) al giorno in cui sarà loro attribuito il voto maggiorato (indicativamente luglio 2017); e al 38,5 per cento del capitale sociale di Hera dal giorno in cui sarà loro attribuito il voto maggiorato a quello in cui scadrà il patto (30 giugno 2018).

Di conseguenza sarà adeguato il numero di azioni libere e quello di azioni bloccate nel triennio di vigenza del patto, rispetto a tre periodi temporali di riferimento. Per quanto riguarda Ravenna nel periodo 1 luglio – 31 dicembre le azioni bloccate saranno 78.658.194 (tra quelle che il Comune detiene direttamente e attraverso Ravenna Holding) quelle libere 8.216.143; dall’1 gennaio prossimo al giorno in cui sarà attribuito il voto maggiorato alle azioni bloccate per Ravenna le azioni bloccate saranno 72.771.042, quelle libere 5.887.152; dal giorno successivo a quello in cui sarà attribuito il voto maggiorato alla scadenza del patto (30 giugno 2018) per Ravenna le azioni bloccate saranno 62.225.906, quelle libere 10.545.136.

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