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I "comunisti" in soccorso di Ancarani: "Doveva poter parlare, anche se non condividiamo una parola"

La vicepresidente del consiglio comunale, Raffaella Sutter, critica con la presidenza: "Sbagliato non mettere all'ordine del giorno l'anniversario della Liberazione".

Alla fine, Alberto Ancarani ha parlato. A microfono spento, come promesso. Il suo intervento sulla Liberazione ha disturbato il sindaco che stavo illustrando il "Cantiere Dante", primo punto all'ordine del giorno del consiglio comunale di martedì 6 dicembre, ma il capogruppo di Forza Italia ha ottenuto ciò che voleva.
A presiedere la seduta, al posto della presidente del consiglio Livia Molducci, con cui Ancarani si è duramente scontrato nei giorni scorsi, la vice Raffaella Sutter che, da regolamento, non ha potuto far altro che chiudere il microfono ad Ancarani. Tuttavia, proprio da Sutter è partita una critica alla presidenza del consiglio. In un lungo post sulla sua pagina Facebook, l'ex candidata sindaco di Ravenna in Comune afferma, tra l'altro: "Credo che tutto ciò si sarebbe potuto evitare se da parte della presidenza del Consiglio, che programma i lavori (del consiglio comunale, ndr) e che presiede anche la conferenza dei capigruppo, si fosse concesso di mettere all’ordine del giorno del consiglio di oggi (6 dicembre, ndr) l’anniversario della Liberazione invece che la presentazione del Cantiere Dante. E’ chiaro che ciò è stato fatto per evitare in Consiglio discorsi di destra e anticomunisti, tuttavia io penso che Alberto Ancarani avesse il diritto di parlare e gli altri gruppi consiliari di dire il contrario e di contestarlo, perché come diceva Arrigo Boldrini, i partigiani hanno combattuto 'per la liberta' di chi c'era, di chi non c'era e anche di chi era contro'. Agli elettori e ai cittadini il giudicare i consiglieri comunali. Per questo pubblico il discorso di Ancarani, di cui non condivido una sola parola, ma avrei preferito dirglielo nel contesto istituzionale del Consiglio Comunale". E, su Facebook, ha condiviso il link al discorso di Ancarani.

"PIU' UMILTA' E AUTOCRITICA" - Sullo scontro verbale che, nella conferenza dei capigruppo della settimana scorsa, ha coinvolto Molducci, Ancisi e Ancarani è intervenuto, prendendo le distanze da tutti e invocando più "umiltà e autocritica", anche il movimento civico CambieRà: "

Facciamo seguito alle varie dichiarazioni uscite in questi giorni sulla stampa, in riferimento alla discussione piuttosto violenta avvenuta durante l’assemblea dei capigruppo tra la Presidente del Consiglio Livia Molducci ed alcuni consiglieri di opposizione.

Non volendo tornare sulla vicenda dettagliatamente, dato che si è già detto tutto a riguardo, ci teniamo, però, a far presente che la frase dichiarata dal consigliere Rambelli di Sinistra per Ravenna che ritiene “questo episodio sintomatico della cifra stilistica che l'opposizione vuole dare a questa consiliatura: arrogante, prevaricante e violenta” di fatto non ci appartiene ed anzi ne prendiamo fortemente le distanze.

Il Movimento Civico CambieRà, sin dai tempi della campagna elettorale, ha fermamente rifiutato e mal tollerato ogni forma di violenza nei confronti di qualsiasi essere umano: uomo, donna, con o senza ruolo istituzionale. Rimaniamo quindi basiti davanti a tanta indignazione oggi rispetto ad altrettanta indifferenza 5 mesi fa, quando, sotto attacco, vi era pur sempre un’altra donna.

Il rispetto per la persona come base assoluta per instaurare ogni tipo di rapporto interpersonale, politico e non, è prerogativa e caratteristica lampante dell’atteggiamento tenuto dal nostro gruppo, che fa parte anch’esso delle opposizioni.

L’infuocata discussione avvenuta all’interno della conferenza dei capigruppo, di fatto, è stata una discussione tra persone, più che tra forze politiche, e come tale avrebbe dovuto essere gestita.

Siamo parecchio perplessi da come un episodio deprecabile di maleducazione di due persone, sia diventato il pretesto per condannare non solo il gesto, ma ogni espressione e pensiero politico che quelle persone, piaccia o non piaccia, democraticamente rappresentano.

Utilizzare il consiglio comunale per una vicenda simile, esponendola ancora di più “alla piazza” e rendendola completamente strumentalizzabile dal punto di vista politico, è  per noi un grosso errore commesso da entrambe le parti ed è per questo motivo che durante la seduta di ieri nessuno di noi ha preso la parola per intervenire nel merito.

Durante la conferenza capigruppo hanno sbagliato tutti: chi ha pesantemente offeso, chi, nell’esprimere la propria indignazione, ha preferito lasciare la stanza abbandonando la Presidente anziché appoggiarla durante i vili attacchi, chi ne ha voluto fare una questione di violenza di genere, chi non riesce ad esprimere un’autorevolezza ed a suscitare il rispetto tanto da diventare poi la vittima di questo atteggiamento parziale e lassista in base alla convenienza, chi ha reso questo grave episodio una faccenda politica, ma anche chi, nel consiglio di ieri, ha censurato un cittadino libero che voleva esprimere il suo pensiero sul tema attuale della liberazione, pur distante da quello della maggioranza dei presenti.

La nostra posizione è quindi quella di invitare le parti coinvolte ad assumere un atteggiamento tendenzialmente più umile ed autocritico: da un lato ci auspichiamo arrivino scuse quantomeno per le gravi parole pronunciate nei confronti di una persona, al di là del ruolo istituzionale ricoperto, dall’altra ci auguriamo che ci si soffermi un attimo a riflettere sul proprio atteggiamento arroccato su un piedistallo intoccabile, il quale è sovente causa di forti malumori consiliari.

In questo momento Ravenna ha bisogno di un consiglio comunale che lavori a testa bassa per il bene comune, riuscendo a trovare un equilibrio fra le fazioni politiche, che difficilmente si troverà senza esami di coscienza.

Con questo episodio ne usciamo tutti sconfitti, prima di tutto come uomini e donne".

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