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Il Consiglio boccia la Commissione d'indagine sugli affidi extrafamiliari dei minori

Ancisi: "Il testo della nostra proposta è lo stesso con cui il 10 luglio scorso il consiglio comunale di Forlì aveva approvato all’unanimità la medesima commissione d’indagine"

Il consiglio comunale di Ravenna martedì ha respinto a maggioranza la proposta avanzata dai gruppi consiliari di Lista per Ravenna, Lega Nord, Cambierà e Forza Italia, relatore in consiglio comunale Alvaro Ancisi quale primo firmatario, “Sia costituita una Commissione consiliare d’indagine per conoscere ed analizzare la natura e l’organizzazione della rete dei servizi per i minori che opera in questo Comune e sulle attività che vi svolgono gli educatori, gli assistenti sociali e altri operatori addetti”.

"Questo genere di commissioni “a tempo”, previsto dal regolamento consiliare, attiene ad approfondimenti conoscitivi su attività svolte dal Comune limitati agli aspetti amministrativi, organizzativi e gestionali, assolutamente non giudiziari o penali, distinguendosi dalle commissioni ordinarie permanenti per doversi svolgere obbligatoriamente in seduta segreta e per il diritto riconosciuto ai consiglieri commissari di ottenere e conoscere “tutti gli atti, anche di natura riservata, afferenti all’oggetto dell’indagine o alla stessa connessi” (art. 99): elementi insopprimibili per discutere di atti ed azioni che coinvolgono la salute personale e familiare dei minori - spiega Ancisi - Riteniamo doveroso specificare che il testo della nostra proposta è lo stesso con cui il 10 luglio scorso il consiglio comunale di Forlì aveva approvato all’unanimità la medesima commissione d’indagine, costituita poi con la presidenza della Lega e la vicepresidenza dei Cinque Stelle, tuttora proficuamente in attività. Lo spirito della nostra iniziativa, più volte esposto, ha ricalcato esattamente quanto dichiarato dalla presidente della commissione all’atto della nomina: “Quello che ci aspetta nei prossimi mesi è un’attività ispettiva parsimoniosa, calibrata sull’ascolto di chi lavora e presta servizio all’interno del circuito degli affidi. Su una cosa voglio essere chiara. Non c’è alcuna volontà di mettere in piedi un tribunale dell’inquisizione o di perseguire, per partito preso, chi opera all’interno dei servizi sociali. Quello che vogliamo mettere in luce, attraverso l’istituzione di questa Commissione, è il sistema degli affidi declinato nel nostro Comune, partendo dalla gravissima inchiesta di Bibbiano che ha investito a macchia d’olio l’intera Val D’Enza. L’idea è di rendere il servizio degli affidi il più efficiente ed efficace possibile, tenuto conto della professionalità e serietà dei tantissimi operatori che lavorano per la tutela dei più piccoli”. Niente di diverso, niente di più. Con la certezza che, non essendoci nulla da nascondere, nessuno ha nulla da temere dal far conoscere nulla".

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