"Ai nastri di partenza il progetto di ricerca triennale, finanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero dello Sviluppo Economico, per la riqualificazione green del porto di Ravenna. A noi fa sempre piacere quando si parla del Porto di Ravenna, di riqualificazione "green" e in particolare del suo sviluppo. Ci indigna quando lo si fa esclusivamente in periodo elettorale, dopo vent'anni di inerzia e senza alcuna "Vision" generale di prospettiva tematica a medio lungo periodo, senza mai aver ascoltato alcuna delle proposte, sollecitazioni, emerse in questi anni dalla città, dai cittadini, che qui vivono e conoscono la realtà, che si sono espressi più volte senza bisogno di alcun finanziamento.

Questa incapacità di pianificare e voglia a tutti i costi di apparire che si fa qualcosa, è una ginnastica scomposta, che fa solo cattivo odore e si sposa bene solo con quello dell'acqua della Darsena di Città. Qualcuno ci dice prima, con che strategia pianificatoria, con che risorse, per andare dove? Facciamola semplice, cosa vuol fare da grande per favore il Porto e la Darsena di Città? Questo progetto inclusivo, partecipato, connesso, non sappiamo bene a cosa, finanziato dalla Regione e dal Ministero, per la riqualificazione "green"(?) del porto di Ravenna, dove si investono le briciole ogni tanto per far tacere l'indignazione che monta su ben altri temi, in particolare quelli infrastrutturali.

Con il non decidere vergognosamente da anni e in questi giorni sui dragaggi, con l'accettazione supina dello scippo della Corporazione della Via Emilia, che esprime il Ministro, sulla Ravenna-Venezia. Ci sembra come la parabola del "Figliol Prodigo" che, come cattolici, se permettete ben conosciamo. E siamo disponibili anche a sacrificare il vitello più grasso, a credere a questa parabola ogni 5 anni in corrispondenza delle elezioni. Bisogna vedere però se lo sono anche gli elettori a questo punto".

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna