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Il Pdl si mobilita per la manifestazione del 23 Marzo a Roma

Quello di Russi doveva essere un appuntamento conviviale fra militanti e dirigenti del Pdl, per apprezzare il risultato elettorale conseguito dal partito di Silvio Berlusconi e cominciare a disegnare i prossimi appuntamenti elettorali

Quello di Russi doveva essere un appuntamento conviviale fra militanti e dirigenti del Pdl, per apprezzare il risultato elettorale conseguito dal partito di Silvio Berlusconi e cominciare a disegnare i prossimi appuntamenti elettorali. E' stata l’occasione per rilanciare, da parte dei dirigenti invitati (Alberto Ancarani, Paolo Savelli, Gianguido Bazzoni e Rodolfo Ridolfi) una forte mobilitazione di piazza in difesa della libertà e della democrazia di fronte al tentativo di annullare da parte di magistrati politicizzati, la fiducia degli oltre nove milioni di elettori al Presidente Silvio Berlusconi.

Ridolfi, del coordinamento Regionale, nel corso del suo applauditissimo intervento, ha esternato la sua solidarietà a Berlusconi  "Il 23 marzo saremo tutti in piazza perché ormai siamo alla vera barbarie un accanimento giudiziario dal sapore puramente politico per tentare di eliminare un avversario che oltre nove milioni di cittadini  hanno liberamente e democraticamente eletto - ha annunciato Ridolfi -. Pensiamo alla farsa delle intercettazioni Unipol ''Silvio lo hanno condannato sul nulla, lui l'audio non lo ha mai ascoltato e poi, anche se lo avesse ascoltato, che reato ci sarebbe?'' Paolo Berlusconi è stato condannato per aver fatto pubblicare sul suo giornale una notizia assolutamente vera e mai smentita. Leggendo in questi giorni la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, è chiaro che su quella intercettazione si sarebbe dovuto indagare meglio. Invece non venne nemmeno trascritta perché ritenuta irrilevante''. 

''L'accusa contro Paolo e Silvio Berlusconi e la conseguente condanna è totalmente infondata è un'accusa che viene rivolta alla famiglia che è stata in assoluto la più' intercettata d'Italia e di cui si sono rivelate illecitamente tutta una serie di conversazioni'', ha aggiunto Ridolfi. ''E' la prima volta che un editore viene condannato per avere pubblicato un'intercettazione e la cosa è ridicola se si pensa a tutte le cose uscite su Silvio Berlusconi. C'erano dei siti indicati sull'Espresso dove si sentivano addirittura gli audio delle telefonate di Berlusconi''.

"All’uso politico della giustizia che serve ai magistrati comunisti per entrare in politica senza poi raccogliere un significativo consenso come nel caso d’Ingroia Di Pietro e De Magistris dobbiamo contrappore il metodo del consenso democratico e della difesa della nostra libertà a manifestazione le nostre idee - ha proseguito Ridolfi -. Se la sinistra Pd-Sel e Bersani nonostante i media, Monti, le banche ed i poteri forti non hanno la maggioranza per governare e non vogliono proporre un governo di larghe intese, non possono irresponsabilmente trascinare il Paese nel caos aspettando il soccorso rosso dei magistrati amici. Meglio ridare, senza perder tempo la parola agli elettori”

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