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Immobili comunali in 'svendita', Ancisi: "Vi spiego il perché"

"Circa la vendita all’asta di immobili del Comune con cui si vorrebbe far fronte alle esigenze di bilancio dell’amministrazione comunale bisogna distinguere tra la trasparenza formale e quella sostanziale"

"Circa la vendita all’asta di immobili del Comune con cui si vorrebbe far fronte alle esigenze di bilancio dell’amministrazione comunale bisogna distinguere tra la trasparenza formale  e quella sostanziale. Questa differenza potrebbe spiegare perché, per esempio, la gara sul pezzo più forte, che è il campeggio ex Coop 3 di Punta Marina, messo in vendita al prezzo di 3,6 milioni di euro, è andata deserta". Lo ha detto Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, in merito alla vendita degli immobili comunali.

"Non perché il prezzo sia troppo alto, trattandosi di 260 mila metri quadrati di un’area già urbanizzata e attrezzata, in sostanza 14 euro il metro quadrato. La trasparenza formale e quella sostanziale coincidono, a vantaggio delle casse comunali, cioè le nostre, quando l’immobile non è gravato da prelazione, generalmente a favore di chi lo ha in affitto. In questo caso, l’affittuario che non intenda far comprare l’immobile ad altri, aspetta l’esito della gara e poi ha diritto a comprarlo al prezzo eventualmente offerto dal miglior offerente. Le condizioni politico-economiche del mercato, su cui le cooperative hanno direttamente o indirettamente voce in capitolo molto ascoltata, fa poi sì che, anche se il prezzo è basso, tutti si guardino bene dal perdere tempo e denaro (tra l’altro, è obbligatoria una cauzione del 10 per cento del prezzo base) per concorrere ad una gara dall’esito ampiamente vaticinato. Ecco dunque che nessuno viene a rompere e a rompersi le scatole sull’asta del campeggio ex Coop 3 di Punta Marina".

"Ma il bello (anzi il brutto per le casse del Comune) viene dopo - continua Ancisi - quando viene applicato il seguente comma 14 dell’art. 49 del regolamento comunale dei contratti: “Qualora l’asta pubblica fosse dichiarata deserta od infruttuosa, il bene potrà essere rimesso in vendita secondo le seguenti modalità: a) trattativa privata diretta, ferme restando le condizioni riportate nel bando; b) asta pubblica con possibilità di ridurre il prezzo posto a base d'asta fino al 10% e la facoltà di concedere all'acquirente adeguate rateizzazioni nel pagamento dell'importo contrattuale; c) asta pubblica con lo stesso importo a base di gara, ma con la possibilità di accogliere offerte in riduzione sul prezzo base, comunque entro il limite del 20%, e la facoltà di concedere all'acquirente adeguate rateizzazioni nel pagamento dell'importo contrattuale”. Dunque, l’attuale affittuario del campeggio, liquidata la precedente gestione cooperativa non certo senza piena soddisfazione della stessa, può solo scegliere se comprare subito l’immobile senza spendere un euro in più del basso prezzo base, oppure comprarlo a rate con uno sconto che può arrivare al 20 per cento. Peraltro, il campeggio è sorto abusivamente su un’area che la società Bisanzio Beach aveva ceduto gratuitamente al Comune vincolandola a verde pubblico (tacitando poi la società con altre convenienze immobiliari). A fianco del campeggio esiste poi un’altra area comunale che, senza la sfera di cristallo, si può prevedere assoggettata al medesimo “trasparente” percorso dell’asta “pubblica”".

"Questo percorso è un classico del Comune di Ravenna. Lo si può immaginare tracciato, stando all’attualità, anche sulla vendita in corso dei terreni agricoli di via Bevanella, a Savio, il San Giovanni (base d’asta 2 milioni e 250 mila euro) e il Bassa del Prete (720 mila), con diritto di prelazione dell’affittuario. Poi dicono che non hanno i soldi. E li vanno a prendere con l’IMU".
 

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