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In Emilia-Romagna presto in Aula la legge per sostenere i piccoli negozi rurali e montani

Sintetizza così Manuela Rontini la motivazione da cui muove il progetto di legge regionale presentato dai gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana in Emilia-Romagna, che nella prossima seduta approderà in Aula per l’approvazione definitiva, dopo il sì della Commissione

"Nei piccoli centri rurali e montani sopravvivono esercizi che oltre a un’attività di tipo commerciale svolgono una vera e propria funzione di presidio del territorio. I cittadini e le istituzioni li riconoscono come punti di riferimento e proprio grazie al ruolo sociale che svolgono, con una legge regionale ad hoc, vogliamo sostenerli concretamente". Sintetizza così Manuela Rontini la motivazione da cui muove il progetto di legge regionale presentato dai gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana in Emilia-Romagna, che nella prossima seduta approderà in Aula per l’approvazione definitiva, dopo il sì della Commissione.

"Ho sottoscritto questa proposta perché sono ben consapevole di quanto sia necessario sostenere nei fatti le piccole botteghe diffuse nei paesi di campagna e di montagna - spiega la consigliera democratica -. Nelle aree a forte rischio di spopolamento, infatti, garantiscono alle comunità locali servizi che vanno ben oltre lo scambio di merci, sono un punto di riferimento per tutti i residenti e assicurano loro un maggior livello di sicurezza".

"Attraverso appositi bandi, metteremo a disposizione risorse per favorire l’acquisto o la ristrutturazione di locali, l’acquisizione di attrezzature e merci, e investimenti per progetti di innovazione tecnologica. Per quanto riguarda gli sgravi fiscali, le agevolazioni saranno legate agli oneri di urbanizzazione nel caso di recupero e miglioramento edilizio, finalizzato all’insediamento dell’esercizio polifunzionale, alla concessione di immobili a titolo gratuito da parte dei Comuni per l’avvio delle attività. Il tutto unito a regole trasparenti, che prevedono l’eventuale revoca dei finanziamenti accordati qualora il beneficiario non rispettasse l’apertura annuale dell’esercizio oppure chiudesse o trasferisse l’attività senza il consenso del Comune", conclude Rontini.

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