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Isola interrata in area archeologica, parte l'esposto

E' stato consegnato ieri un esposto alla Procura del Tribunale di Ravenna con lo scopo di fare luce sulle autorizzazioni dell'isola interrata per rifiuti in Piazza Anita Garibaldi. Inoltre, sono state presentate oggi le oltre 500 firme

E' stato consegnato ieri un esposto alla Procura del Tribunale di Ravenna con lo scopo di fare luce sulle autorizzazioni per la realizzazione dell’isola interrata per rifiuti in Piazza Anita Garibaldi. Inoltre, sono state presentate oggi le oltre 500 firme raccolte in pochissimi giorni. Le osservazioni del Movimento 5 Stelle che, insieme al gruppo Ravenna Viva ha predisposto la raccolta di firme, si basano su due punti: la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale, insieme all’efficacia e all’utilità delle isole interrate.

 

Scrivono in una lettera aperta al sindaco, i rappresentanti del M5S: “Esprimiamo la nostra indignazione per la scelta di costruire un’isola interrata in una delle zone più ricche di storia della nostra città; i reperti venuti alla luce lo dimostrano. E ancora una volta abbiamo dovuto assistere all’incredibile tenacia con cui il Gestore dei rifiuti urbani sia determinato a portare a compimento una scelta così avversata dai cittadini, dal buon senso comune, e fuori dal tempo di una corretta politica dei rifiuti tanto che ormai in tante città d’Italia e del Mondo si adotta la strategia “rifiuti zero”con la tecnica di raccolta porta a porta. Poi tutto , nel caso specifico, e dopo i ritrovamenti di mura e mosaici di epoca romana, si risolve con un semplice espianto dei reperti anzichè valorizzarli nel loro naturale contesto”.

 

Sempre i grillini: “Riteniamo, infatti, che se la Soprintendenza ed il Comune avessero dialogato maggiormente con gli Enti di ricerca e con le Università, si sarebbe potuto iniziare ad elaborare la tanto auspicata “carta del potenziale rischio archeologico”, che premetterebbe di programmare in modo più oculato gli interventi pubblici e privati nella nostra città”.

 

Ed infine: “Concludendo, siamo molto delusi. Delusi perché la Soprintendenza ci è parsa poco previdente circa i possibili rischi di un’operazione non di vitale importanza come questa, delusi perché non avvengono mai dibattiti e confronti su temi importanti come la gestione dei rifiuti. Il Presidente Casadio e il Sindaco Matteucci sono sempre disponibili per inaugurare l’apertura di centri commerciali ma maiper un confronto pubblico su temi di tale rilevanza. Delusi, infine, perché Hera continua ininterrottamente a comportarsi prima di tutto come Spa, e poi, se capita, come partecipata del Comune”.

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