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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Cgil: "Dalle casse comunali oltre 2 milioni alle scuole paritarie/private cattoliche"

"Non è accettabile questo tipo di compromesso giocato sul ribasso dei diritti dei nostri alunni e delle nostre alunne. Lo Stato, in questo caso il Comune", conclude D’Angelo

Il Comune di Ravenna nei giorni scorsi ha rinnovato la convenzione con le scuole private/paritarie cattoliche, aderenti al contratto Fism. La quota stanziata e approvata dal Consiglio comunale è pari a circa 2 milioni e 500 mila euro. "Questa cifra, anche se spalmata in tre anni è nettamente superiore alla scorsa convenzione e viola in modo raccapricciante il sempre attuale articolo 33 della nostra Costituzione - attacca il segretario provinciale Flc Cgil Ravenna, Marcella D’Angelo -. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

"Ma gli oneri, dalla convenzione che è stata appena firmata, ci sono eccome e hanno il sapore delle macerie. Già, delle macerie - chiosa D’Angelo -, alcune scuole pubbliche statali non garantiscono servizi igienici adatti e conformi per alunne/i diversamente abili,alcuni  istituti ravennati rimangono, nelle fredde giornate d’inverno, con i termosifoni bloccati causa malfunzionamento, i genitori devono acquistare carta e toner per le fotocopiatrici collocate negli spazi scolastici al fine di garantire  un’adeguata istruzione di livello ai propri figli e figlie, docenti, personale Ata e genitori insieme si arrabattano alla ricerca disperata di punti di vari marchi di supermercati per garantire una lim nelle classi degli studenti e, potrei proseguire elencando tante altre “macerie” che affliggono le nostre scuole, ma il Comune preferisce finanziare gli enti privati e cattolici".

"Non è accettabile questo tipo di compromesso giocato sul ribasso dei diritti dei nostri alunni e delle nostre alunne. Lo Stato, in questo caso il Comune - conclude D’Angelo - si preoccupi di garantire prima  il buon funzionamento delle Scuole Pubbliche e di rimando di garantire il diritto allo studio di chi quelle Scuole frequenta o vuole frequentare". 

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