Marina, opere di urbanizzazione in viale Vecchi. Minichini: "Rimedio peggiore del malfatto"
"Giudicheranno i cittadini se il progetto messo in strada dall'amministrazione comunale ha senso politico, prima ancora che tecnico."
"In merito alla segnalazione delle aiuole davanti ai passi carrabili, l'amministrazione comunale ha dato mandato di rispondere alla dirigente del servizio Strade, ing. Anna Ferri, la quale, con tempestività e puntualità da fare invidia alla classe politica che governa la città, mi ha trasmesso una nota tecnica sui "Lavori interessanti i marciapiedi di Viale Vecchi a Marina di Ravenna". Si tratta di opere di urbanizzazione progettate e affidate dal Comune al costruttore privato del Piano urbanistico "Marina Centro - lotto A", volte a riorganizzare la fascia laterale in fregio alle abitazioni di viale Vecchi, tenendo "conto delle alberature esistenti e dell'accessibilità carrabile". Sintetizzando l'ing. Ferri: "A seguito di indagini sulla stabilità delle alberature, sono state realizzate al loro intorno aiuole di circa 4,00 metri di diametro, al fine di preservarne l'apparato radicale. Le indagini hanno escluso che, per assicurare la stabilità degli alberi, si potessero eseguire aiuole di dimensioni minori ed eseguire scavi di profondità superiore. La cordonata, essendo il dislivello sul piano viabile di circa 5 cm, è sormontabile da un veicolo che voglia accedere al passo carraio, anche perché l'aiuola verrà riempita con un grigliato transitabile".
La dirigente non poteva che rispondere, in forma strettamente tecnica, sulla base del progetto approvato. La mia replica continua ad essere di carattere politico, direi anche culturale, quindi rivolta all'amministrazione che del progetto porta la responsabilità. I passi carrai (6) erano noti sin dalla progettazione a opera dei tecnici comunali di allora, risalente all'anno 2004. Difatti, sono indicati nella Tav. 09: "Il sistema del verde", ove sono riportate le alberature esistenti e la figura geometrica, rettangolo, del cordolo che si sarebbe realizzato attorno a queste. Pertanto tutto ciò doveva già essere previsto e tenuto in debito conto, poiché è noto che l'apparato radicale di un pino si modifica enormemente man mano che questo cresce e di anni ne sono passati dalla progettazione all'esecuzione dei lavori, ben 11.
Stiamo parlando dell'attuale completamento dell'arredo urbano di viale Agamennone Vecchi a Marina di Ravenna. Nel primo tratto, venendo da sud, è stata realizzata, sul lato destro, una serie di aiuole attorno ai pini che delimitano passi carrai e parcheggi, di forma rettangolare e aspetto estetico dignitoso, seppur migliorabile. Tra l'altro, salvaguardando i passi carrai, anche quelli senza specifica autorizzazione (vedi foto 1 e 2). Nel secondo tratto, quello in questione, potendo fare alcuni miglioramenti, come abbassare i cordoli e rendere lievemente trapezoidali le aiuole per favorire gli accessi ai parcheggi, mantenendo, doverosamente, l'uniformità di progetto, come in ogni arredo urbano di viale alberato che si rispetti, si è fatto una scelta estremamente kitsch e contraddittoria: aiuole di forma circolare ma non troppo, di dimensioni esagerate, che impattano spesso con i passi carrai esistenti. Ma il pino è una specie pioniera, cioè capace di sfruttare finanche il primo scarno strato vegetale che incontra con radici superficiali, le quali, per ancorarlo, data l'altezza, vanno ben oltre le aiuole, fino a raggiungere il lato opposto della strada. Non è dunque un'aiuola più estesa e più alta a condizionarle.
La mossa successiva dell'amministrazione comunale, accortasi solo ora, ma era già noto dal 2004, di sbattere sui passi carrai, è stata di riempire le aiuole con del misto granulometrico stabilizzato (mgs) (vedi foto 3). Questo materiale è usato, notoriamente, sotto lo strato bituminoso delle strade o nei viottoli di campagna, col risultato di formare, incessantemente, buche e avvallamenti profondi. Diversamente dalla ghiaia, inserita nelle aiuole del primo tratto di viale Vecchi, che "respira", non si aggrega e non produce reazioni chimiche, il mgs riesce a formare una prima seppur modesta impermeabilizzazione della strada, perché le parti fini, ottenute da una macinazione di calcari, si legano in un processo di miscelazione umida con le altre, man mano più grossolane, tendendo a cementarle. Non è dato sapere se il carbonato di calcio rilasciato costantemente dal mgs faccia bene alle radici dei pini, ma certamente lo spolvero posato non le fa respirare come il limo sabbioso o la ghiaia in natura. Cosicché, visivamente, il mgs produrrà un disdoro estetico e funzionale, per il formarsi di buche dovute ai passaggi ed alle soste delle auto non canalizzate obbligatoriamente. Fra l'altro, è evidente che in uno spessore di 5 cm di mgs non c'è portanza. Dunque, un rimedio che si rivelerà peggiore del malfatto. Giudicheranno i cittadini se il progetto messo in strada dall'amministrazione comunale ha senso politico, prima ancora che tecnico.
Pasquale Minichini - Lista per Ravenna