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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Porto, le dieci domande di Bucci (La Pigna) a Matteucci e Mingozzi sul commissariamento

Sulla questione interviene Maurizio Bucci, candidato sindaco de "La Pigna per la Rinascita di Ravenna"

Dieci domande al sindaco Fabrizio Matteucci e al vice con delega al Porto Giannantonio Mingozzi in merito al Commissariamento del porto di Ravenna. Sulla questione interviene Maurizio Bucci, candidato sindaco de "La Pigna per la Rinascita di Ravenna". Attacca Bucci: "Il siluramento politico del presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco, da parte del ministro Delrio ha mandanti ravennati: si tratta della coppia formata dal sindaco Matteucci e dal vice sindaco e assessore al Porto Mingozzi, con direttore d’orchestra il presidente degli Industriali, nonché proprietario di Pir, Guido Ottolenghi. Il Pd continua nella sua opera e ora vuole condizionare anche l’unico ente di coordinamento e di programmazione che non prendeva ordini, cioè l’Autorità Portuale, che con Di Marco ha avuto risultati eccellenti in termini di sviluppo e risorse da investire".

"Così il peggior sindaco e il peggior vice sindaco di sempre di Ravenna hanno immediatamente incontrato il nuovo commissario dell’Autorità Portuale, già membro del Comitato Portuale, che con Di Marco ha condiviso tutta la sua azione. Incontro che è servito per dettare la linea al nuovo commissario e per dettargli le disposizioni da ora fino alla fine del suo breve incarico - prosegue Bucci -. Incarico che sarà più difficile del previsto, perché la Pigna per la rinascita di Ravenna gli notificherà tutte le anomalie sul tavolo, rispetto alle quali dovrà assumersi le sue responsabilità. Matteucci e Mingozzi tra l’altro hanno saputo della nomina del commissario prima del diretto interessato, tanto che il decreto di nomina notificato dal ministro Delrio è arrivato in Autorità Portuale solo nel pomeriggio del 3 marzo. Commissariamento che la legge attuale prevede solo per particolari casi, che non sono certo attribuibili all’attività dell’Autorità Portuale di Ravenna".

"Ma anche Ancisi, che è un esponente nazionale dell’Udc (con incarichi direttivi nell’Anci e nel Consiglio europeo delle Regioni), non ha fatto nulla per la riconferma di Di Marco - aggiunge -. Qualcuno ha forse sentito Ancisi affermare pubblicamente che Di Marco andava confermato? Non poteva farlo, al punto che ne aveva chiesto in precedenza le dimissioni, aprendo la strada al Pd. Ancisi è intervenuto solo dopo la cacciata di Di Marco, per dire che poteva essere riconfermato, ma si è guardato bene dal caldeggiarne la conferma al ministro Udc Gian Luca Galletti, che conosce molto bene essendone anche stato in lista, al numero 4, per la Camera dei Deputati nelle politiche 2013. Questa è una evidente prova di finta opposizione o di sostegno criptato al Pd. Come già fatto con l’imprenditore Poggiali, senza però ricevere risposta, la Pigna vuole porre dieci domande alla coppia Matteucci-Mingozzi. Si tratta di dieci interrogativi a cui debbono necessariamente dare spiegazioni in primo luogo ai cittadini ravennati".

Questa la prima domanda di Bucci: "Di Marco ha ribadito a più riprese di non avervi conosciuto prima della sua nomina. Chi vi ha suggerito di indicarne il nome?". La seconda: 2Mingozzi, parlando anche a nome di Matteucci, soltanto un anno fa in risposta a una mia interrogazione circa le dichiarazioni interessate del presidente di Confindustria Ottolenghi sull’azione dell’Autorità Portuale, ebbe a dichiarare che “Di Marco è un dirigente capace, che lavora esclusivamente per il futuro del nostro scalo a tutti i livelli. Quindi per la qualità e caparbietà dimostrate teniamocelo ben stretto”. Per quale motivo allora lo avete cacciato?"

La terza: 2In seno al Comitato Portuale di Ravenna il sindaco, assieme a Provincia e Regione, oltre che allo stesso Ottolenghi, approvò il cosiddetto ‘Progettone’, che tra le altre cose prevedeva gli espropri nella logistica 1 sui terreni di proprietà Sapir. Come mai il Comune (che esprime il presidente di Sapir), assieme alla Provincia (che esprime l’amministratore delegato), alla Regione (che esprime un consigliere di amministrazione) e allo stesso consigliere Ottolenghi ha approvato una delibera contro gli espropri dei terreni di Sapir, che invece aveva approvato nel suo ruolo in Autorità Portuale, facendo ricorso al Tar e bloccando così il ‘Progettone’ e i 240 milioni di euro di investimenti?"

La quarta: "La Sapir permutò con il Comune relitti di proprietà dislocati in varie parti del territorio, di dimensioni ridotte con alcune particelle addirittura al di sotto dei 100 metri quadrati (addirittura includente sia una particella che doveva essere già di proprietà del Comune, e dimenticata nel passaggio di proprietà in un precedente rogito, sia una che Sapir voleva donare in passato al Comune senza poi procedere al relativo rogito), in cambio di un terreno guarda caso confinante con i terreni di Sapir e facente parte della Logistica 1 da espropriare. La plusvalenza per Sapir fu di 217.000 euro su un’operazione di un valore di 234.000 euro. E detta operazione fu realizzata senza una perizia di un professionista esterno, fidandosi di una stima del dirigente al Patrimonio. Non ritenete sia questo un caso di evidente conflitto d’interesse e quale utilizzo dal 2008 a oggi ha fatto il Comune su questi relitti?".

La quinta: "Il progetto di trattamento provvisorio per poter scavare 200.000 metri cubi nella zona dei contenitori, da realizzarsi sull’area acquistata nel 2004 per 14 milioni di euro da Sapir e Pir attraverso l’acquisizione della Società T&C da parte dell’Autorità Portuale (presidenza Parrello), prevedeva una clausola di non concorrenza per 20 anni: quindi per procedere alla sua realizzazione occorre l’autorizzazione di entrambe le società. Sapir l’ha concessa, ma Ottolenghi no, bloccando il progetto. Come giudicate questo ostracismo di Ottolenghi e, dal momento che Pir è socio e membro del patto di sindacato di Sapir, non ritenete opportuno fargli presente che sarebbe utile rilasciare immediatamente l’autorizzazione?".

La sesta: "Per quale motivo il Comune ha sottoscritto, e più volte confermato, il patto di sindacato di Sapir con i concorrenti privati quali Pir (ed è pure socio con i concorrenti privati, tra i quali la Setramar di Poggiali), nonostante tutti gli enti pubblici detengano la maggioranza delle azioni, vale a dire il 52%? E per quale motivo poi la stessa Sapir e le società controllate e partecipate dalla stessa sono socie di Confindustria, guidata dallo stesso Ottolenghi, versando quote associative annuali? E a quanto ammontano le quote associative annuali versate a Confindustria da Sapir, Sapir Enginnering, Terminal Container Ravenna e Terminal Nord?".

La settima: "La Pigna è per l’adozione immediata, e non dopo l’esito delle elezioni, della soluzione che non prevede le casse di colmata a mare, così come elaborata dall’Autorità Portuale, al fine di procedere senza indugio al dragaggio del porto, utilizzando velocemente le risorse economiche già stanziate per garantire un futuro di ulteriore crescita e sviluppo. Voi che soluzione intendete sostenere ed entro quale data?". Quindi l'ottava: "La Sapir ha sempre locato le proprie casse di colmata all’Autorità Portuale, ricavandone entrate milionarie annuali che concorrono all’utile della società e quindi ai dividendi. Le casse di colmata sono discariche che devono essere autorizzate dalla Provincia, anch’essa socia e membro del patto di sindacato di Sapir. Le autorizzazioni erano scadute da anni e la Provincia non ha emesso alcuna autorizzazione al rinnovo, ma Sapir nonostante questo ha continuato a incassare entrate milionarie per casse di colmata abusive dall’Autorità Portuale. Come la definite questa situazione, trattandosi peraltro di soldi pubblici incassati dall’Autorità Portuale? Non ritenete di farli restituire all’ente, che ha subito questo grave danno? E, in caso contrario, esporre la situazione almeno alla Corte dei Conti, se non alla Procura della Repubblica, affinché ne valuti gli aspetti?2

La nona: 2Per quale motivo avete fatto in modo di cacciare Di Marco, che nei suoi quattro anni di presidenza ha guidato l’unico ente che coordina un settore dell’economia ravennate a risultare in continua crescita e sviluppo? Volete sfasciare pure questo settore per difendere gli interessi politico economici con Pir e Setramar?". Ed infine la decima: "Siete gli unici a Ravenna che non si sono degnati non solo di salutare Di Marco dopo averlo immeritatamente silurato, ma che non hanno neppure provveduto a esternare un grazie per il prezioso lavoro e l’opera effettuate. Non vi sembra di aver adottato un atteggiamento offensivo e irriguardoso come rappresentanti della principale istituzione ravennate?"

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