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Nomadi e furti a Faenza, la Lega al sindaco: "Come intende agire?"

Sulla questione nomadi e sicurezza intervengono il consigliere regionale del Carroccio, Andrea Liverani, ed il capogruppo in consiglio comunale, Gabriele Padovani

"Per lungo tempo, il mantra della Giunta Malpezzi è stato quello di definire «brava gente i nomadi ospitati a Faenza». Erano persone di sicura moralità e che «certamente non delinquono». Peccato che da tempo la Lega va segnalando episodi di furti e microcriminalità, con protagoniste queste persone, residenti in via Corleto, all’interno di un campo fatiscente, mentre altri di loro, girovagano per la città in camper". E' quanto sottolineano il consigliere regionale del Carroccio, Andrea Liverani, ed il capogruppo in consiglio comunale, Gabriele Padovani.

"Ad aggravare le cose, ci sono i fatti di cronaca. Siamo a conoscenza di alcuni episodi, come una rissa scoppiata tra un Rom e un ragazzo della città, nel quartiere della Reda – dicono Liverani e Padovani –. Un luogo che già abbiamo segnalato per il fatto che, dopo la soppressione della caserma dei carabinieri, deve essere sorvegliato da pattuglie provenienti dai territori vicini e dai comuni limitrofi".

Proseguono gli esponente del Carroccio: "Ci sono, poi, gli altri nomadi, che vivono in condizioni di “semi-nomadismo” in prossimità della parrocchia di San Savino, a spese del parroco e della curia. Ci risulta che il parroco di San Savino abbia donato un camper alla famiglia del Rom ospitato; ma i suoi parrocchiani ci assicurano che costui non sia in possesso di una patente valida. A questo punto, ci chiediamo quale sia il reale utilizzo del mezzo, se non un rifugio dove il Rom vive, nel cortile della chiesa".

"Una pratica che, peraltro, è vietata dall’ordinanza comunale dell’agosto 2007 e anche dalla legge regionale n°16 del 28 luglio 2004. Faenza non è un territorio dove sia ammesso il campeggio; figurarsi senza diritto di residenza e considerando che nel camper queste persone vivono per tutto il tempo dell’anno, magari spostandosi come “nomadi” per la città. Il sindaco – concludono Liverani e Padovani – ha sempre speso belle parole per queste persone, ma oltre a rappresentare un costo evidente per la collettività, come nel caso di coloro che vivono vicino alla parrocchia, la loro presenza sul territorio contraddice quello che esprimono le norme in fatto di campeggio (abusivo e perdurante). Alimentando tensioni e insicurezza. Crediamo che i faentini meritino più rispetto dalle proprie istituzioni".

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