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Non è "seriale" il rapinatore di via Chiavica Romea

Non sarebbe attribuibile ad un bandito "seriale" la rapina commessa lo scorso autunno ai danni di un'automobilista ferma ad un incrocio in via Chiavica Romea

Non sarebbe attribuibile ad un bandito "seriale" la rapina commessa lo scorso autunno ai danni di un'automobilista ferma ad un incrocio in via Chiavica Romea. E' quanto annuncia Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, che ha riportato la risposta che gli è pervenuta dall'assessore alla Polizia Municipale, Martina Monti, in seguito ad un'interrogazione presentata il 15 ottobre scorso al sindaco Fabrizio Matteucci.

Ad agire fu un scooterista che , affiancando un’auto ferma all’incrocio, guidata da una donna che trasportava sul sedile posteriore la figlia di sette anni, ha aperto la portiera di destra sottraendo una borsa, contenente gli effetti personali della signora, posata sul sedile a suo fianco. L’episodio, comunica Ancisi sulla base della risposta dell'assessore Monti, non sarebbe “seriale” perché “non risultano, nella stessa zona, né un numero sostanzioso di furti con destrezza né effettuati con la medesima modalità”.

L'esponente della lista civica prende atto della risposta, "ma che il rapinatore fosse “seriale” era scritto da me col punto interrogativo, anche se le testimonianze che mi erano state riportate lo lasciavano supporre. E comunque, cinque episodi del genere, sia pure non nello stesso luogo, erano stati denunciati alle forze dell’ordine, come era emerso in quei giorni, costituendo un fenomeno forse non “sostanzioso”, ma fino ad allora sconosciuto a Ravenna".

È RAPINA, NON FURTO - “Non si può parlare di ‘rapina’, ma di ‘furto con destrezza’, la cui classificazione è molto diversa”, scrive l’assessore. Puntualizza Ancisi: "Avevo parlato di “rapinatore” in senso gergale non in senso giuridico, ma non è affatto vero che questo tipo di reato sia classificabile inequivocabilmente come “furto con destrezza”". Ancisi riporta quanto scritto dal suo avvocato penalista: “Tralasciando che la gente comune ignora  la differenza tra rapina e furto con destrezza, ho verificato che esistono decisioni della Cassazione che affermano come per configurare la rapina sia sufficiente un'azione che invada la sfera privata del soggetto passivo senza consentire adeguata difesa e ponendo lo stesso nell'impossibilità di reagire causa la repentinità dell'azione che pur non esplica violenza o minaccia… In effetti, la fondamentale differenza della rapina rispetto al furto aggravato consiste nell'esplicazione della violenza e/o minaccia. Nel caso di specie si potrebbe sostenere che, comunque, sono configurabili entrambi gli elementi: quanto alla violenza, l'apertura forzata  ed indebita della portiera costituisce certamente violenza sulla cosa mentre la repentinità e l'impossibilità di difendersi se non a probabile rischio di subire conseguenze fisiche (anche per la presenza della figlia minore) possono fare ritenere esercitata anche la violenza sulla persona (o quantomeno la minaccia)”.

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