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Notte d'Oro, Ancisi (LpR): "Ma non tutto luccica..."

Ok. Abbiamo bisogno di tirarci su dalla crisi e di rianimare un centro storico in coma. È bastata una notte di “caos calmo” offerta gratis dal sindaco perché un coro di eccezionale polifonia ne celebrasse l’effetto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Ok. Abbiamo bisogno di tirarci su dalla crisi e di rianimare un centro storico in coma. È bastata una notte di “caos calmo” offerta gratis dal sindaco perché un coro di eccezionale polifonia ne celebrasse l’effetto taumaturgico e il sindaco festeggiasse incontrastato il successo di tanto provvida amministrazione civica.
Non ho contestato e non contesto che una volta l’anno (ma con Notte Rosa sono già due e con l’annunciato raddoppio di quella d’Oro sarebbero tre) si possano fare, in un centro abitato, festa, caos e fragori fino alle tre di notte, come a capodanno. Ma che non si possa nemmeno discutere di talune scelte e disservizi senza essere frustato per lesa maestà è roba del più triste ventennio della nazione italiana, che comunque non mi intimidisce.

I COSTI
Quelli che i cittadini pagano con le loro tasse sarebbero, al netto degli sponsor, i costi a carico del Comune sparati alla stampa: 40.000 euro secondo l’assessore Corsini in agosto, 35.000 e poi 30.000 per il sindaco in settembre. Saranno almeno 50 mila, come dimostrerò con le pezze d’appoggio, sperando che il dato vero arrivi ai lettori degli stessi giornali. Ma sono presi dalle tasche dei cittadini anche i versamenti di “sponsor” come la Camera di Commercio e l’ATM, al momento ancora segreti.
A Cesena, hanno organizzato tre “notti” consecutive di grande qualità, affollatissime senza che il Comune ci abbia messo un centesimo di soldi pubblici: che a Ravenna sono andati in sostanza per pagare il concerto di Max Gazzè: 41.745 euro più per le spese per l’assistenza logistica, per la SIAE e per il rimborso della fornitura di corrente elettrica. Di questi solo 17.000 sono andati all’onesto, bravo ma non celeberrimo cantautore. Il resto  al solito agente mediatore di Rimini (non si sa quanto) e all’installazione di un palco fantasmagorico, servito più all’esibizione del sindaco che per la musica dell’artista. Una domanda: tutta la città, come sembra leggersi, condivide che sia stata come solfeggia il sindaco, una “cifra ben spesa”, in tempi di ristrettezze e di rinunce? E una proposta: rinunciamo, la prossima volta, al grande evento culturale del cantautore di media grandezza e facciamo esibire alcune band di giovani musicisti locali: la piazza si riempirà lo stesso, ma si darà spazio a dei giovani e si pareggeranno i conti.

“MALEDUCAZIONE ED ESAGERAZIONI” E DISSERVIZI
“Maleducazione ed  esagerazioni sono state  marginali e non hanno 'segnato'  la serata”, ha minimizzato Matteucci, trincerandosi come sempre dietro presunte assicurazioni delle forze dell’ordine, tanto loro non smentiscono mai la politica. Su un quotidiano cartaceo si ammette che “qualcuno ha alzato un po’ il gomito e, col favore della confusione, qualcun altro ne ha approfittato: furti di biciclette nei pressi dei giardini Speyer”. E un lettore ha notato che, facendo in giro per le strade intorno a piazza Kennedy a mezzogiorno di domenica bisognava “zigzagare per evitare le pozzanghere…non  ripulite”, ricevendo conferma dal giornalista di avere, davanti alla redazione in via Salara, “avvistato più di un rigagnolo, con colori e odori fortemente sospetti”. Ma, proprio lì davanti, su piazza Marsala, un residente, affacciatosi stabilmente sul terrazzo di casa, ci ha riferito che “già alle 17-18 la piazza è stata presa d'assalto da ragazzini, che con droghe, bottiglie di super alcolici, birra ecc. ecc. si stavano preparando all'intontimento per trascorrere la nottata. Verso la mezzanotte due ambulanze sono arrivate in piazza: ragazzi sdraiati sui cofani delle auto in sosta o sui marciapiedi in mezzo al vomito e all'urina, calci alle stesse auto e ai bidoni delle immondizie; hanno suonato in piena nottata ai campanelli delle case, anche a quello del sottoscritto, chiedendo "dammi da bere" ”. E ha commentato (ne assumo il senso, non la lettera): “Anche il più piccolo locale è stato autorizzato dal sindaco ad allestire in strada giganteschi banchi per la mescita di birra per favorire a parer mio lo sballo”, chiedendosi “come si sia potuto autorizzare un RAVE(nna) PARTY in piena regola, quando altrove, feste così son vietatissime”. E allora altre due proposte. Potenziamo i servizi igienici pubblici fissi, pressoché assenti nel centro storico di Ravenna e soprattutto in zona stazione; aggiungiamoci qualcuno mobile a smaltimento chimico in punti strategici (una serie ne esiste già nell’area esterna della Rocca Brancaleone sulla via omonima); facciamone circolare una mappa; chiediamo agli esercizi pubblici, beneficiari dell’evento, di essere comprensivi con l’accesso ai propri servizi. Sarà poi più che sufficiente consentire che gli alcolici siano venduti all’interno degli esercizi pubblici: quello che, nella parte da via di Roma (Coop esclusa) fino alla Darsena, nemmeno si può fare; e stronchiamo, ma non col pugno di ricotta, spacciato da Matteucci come “pugno di ferro”, che i minorenni possano acquistare e consumino su strada gli alcolici, com’è successo la Notte d’Oro. I “maleducati” si saranno sempre, ma non perché la maleducazione sia stata favorita.
 

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