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"Ordinanza anti-alcol non rispettata, concorrenza sleale al Niballo"

Il consigliere Lega Nord Jacopo Berti: "Nonostante dentro allo stadio non venisse distribuito alcun genere di alcol, al suo esterno diverse attività vendevano drink e cocktail in bicchieri di plastica"

“L’ordinanza anti-alcol durante il Palio, invece che salvaguardare l’incolumità dei presenti, ha solo prodotto un danno economico per il gestore del bar dello stadio. Mentre lui doveva rispettare un’ordinanza mai ricevuta personalmente, altri esercenti vendevano alcol e drink in contenitori da asporto”. Con queste parole esordisce il consigliere comunale della Lega Nord Jacopo Berti, che spiega come l'ordinanza anti-alcol emessa dal comune di Faenza per la Bigorda d'oro e il Palio del Niballo "non abbia funzionato". “Prima della Bigorda, il comune di Faenza ha emesso un’ordinanza valida sia per la Bigorda che per il Palio del Niballo, nella quale si vietava la vendita di alcol e birra in contenitori di vetro, mentre l’utilizzo di bottiglie di plastica era contemplata. DI conseguenza il gestore del bar interno al Bruno Neri ha ordinato un quantitativo di birra in plastica tale da poter essere fornito per entrambi gli eventi. Durante la serata della Bigorda, la somministrazione è proceduta senza intoppi e senza incidenti”.

Ma dopo qualche settimana iniziano i problemi: “Il venerdì prima del Palio - spiega Berti - il gestore del bar ha appreso solo via web che era stata emessa una nuova ordinanza, dove si vietava completamente la vendita di alcolici e birra all’interno dello stadio; in pratica, senza aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, il gestore si è trovato con un divieto vincolante e con un mancato guadagno di diverse migliaia di euro per via della fornitura di birra già acquistata. Ma oltre al danno la beffa: nonostante dentro al Bruno Neri non venisse distribuito alcun genere di alcol, al suo esterno diverse attività vendevano drink e cocktail in bicchieri di plastica, che immancabilmente entravano all’interno dello stadio, in barba a quanto previsto dalla ordinanza che vieta la somministrazione di bevande alcoliche anche da asporto per i locali posti nel raggio di 100 metri dallo stadio”.

“Questa è pura concorrenza sleale ai danni di un esercente che da diversi anni gestisce la somministrazione di cibo e bevande durante le manifestazioni del Palio - conclude il consigliere del Carroccio - che subisce un danno enorme pur non avendo mai ricevuto una notifica ufficiale della nuova ordinanza. Spero che il Comune prenda provvedimenti verso quelle attività che hanno disatteso l’ordinanza: un’ordinanza che, per di più, non è mai arrivata ai gestori".

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