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Stipendi parlamentari, i ravennati respingono le accuse: "Siamo stanchi"

I costi della politica sono stati vagliati del premier Monti ma la competenza, dice, non è del Governo ma delle Camere. Intanto la polemica non si ferma e i parlamentari ravennati Mercatali e Albonetti si dichiarano stanchi delle accuse

I costi della politica sono stati vagliati del premier Monti ma la competenza, si dice, non è del governo. Dopo l'incontro di mercoledì con Enrico Giovannini, presidente della commissione incaricata  di confrontare i costi della politica italiana a quelli degli altri Paesi europei, Monti ha sottolineato che la competenza ad intervenire è delle Camere. Intanto la polemica non si ferma, neanche in Romagna.

I parlamentari ravennati Vidmer Mercatali e Gabriele Albonetti si dichiarano un po' stanchi del continuo botta e risposta che in questi giorni coinvolge un po' tutti i membri del Parlamento.

"Non voglio parlare dei costi della politica, voglio parlare solo di evasione fiscale. - esordisce il senatore Mercatali - Parlare dei costi della politica è un modo per distogliere l'attenzione sui veri problemi dell'Italia. Provo un forte fastidio, quasi schifo per il fatto che in Italia ci si intestardisce contro il costo di 60milioni complessivi di euro della politica mentre il vero problema sono i 120miliardi di evasione fiscale".

Il senatore non nasconde il suo disappunto e lancia una provocazione alla coscienza degli italiani: "Io personalmente non ne posso più di andare in giro per strada e vergognarmi come un ladro quando ho sempre combattuto le mie battaglie per la trasparenza. Fate tagli, fate tutto, i sacrifici si fanno e li devono fare tutti ma anche chi evade. Probabilmente ogni italiano ha i suoi peccati incofessabili che riguardano l'evasione e quindi, per sviare il discorso, se si parla dei problemi dell'Italia il dito viene puntato contro i costi della politica".

Secondo il senatore ravennate i parlamentari italiani costano meno di quelli di altri Paesi europei e la differenza sta nel metodo retributivo: "Il costo allo Stato dei parlamentari italiani è più basso rispetto a quello inglese, francese, tedesco ed europeo. Un parlamentare italiano costa 21mila euro al mese, un francese 22mila, un europeo addiruttura 36mila".

Per quanto riguarda l'indennità, è stato reso noto dall'ufficio stampa di Montecitorio che la cifra ammonti mediamente a 5mila euro netti al mese e non 12mila che risulta invece essere il lordo. Questo renderebbe quindi le indennità dei parlamentari italiani inferiori a quelle percepite dai componenti di altri Parlamenti europei.

"Noi percepiamo una retribuzione forfettaria - continua Mercatali -  con la quale dobbiamo pagare i collaboratori e sostenere tutte le spese. In altri Paesi vengono pagati dal Parlamento stesso. Se dovessimo presentare tutte le ricevute per i rimborsi al Parlamento, la gestione di una contabilità di questo tipo costerebbe almeno il doppio. Se si vuole la trasparenza che si faccia, ma temo che la situazione possa solo peggiorare. Se mi togliessero i collaboratori e mi dessero 3 impiegate, due a Ravenna e una a Roma, sarei più contento. Manca un anno alla fine del mio incarico, sono talmente stufo di queste polemiche che lo finirei anche gratis".

Sembra comunque che qualcosa si stia muovendo, anzi, che si sia già mosso: "Sia Fini che Schifani - spiega Gabriele Albonetti, questore della Camera dei Deputati - avevano già provveduto a rivedere i costi del Parlamento ancor prima che uscissero i risultati della commissione Giovannini. Entro il 31 gennaio provvederemo autonomamente ad adeguarci alle norme europee anche se parte del lavoro era già stato fatto ed erano emerse due anomalie rispetto al resto d'Europa: i vitalizi e il denaro per i collaboratori dei parlamentari. Dal primo gennaio di quest'anno, i vitalizi sono stati aboliti in quanto effettivamente la misura di quelli italiani era nettamente maggiore rispetto a quella degli inglesi o dei francesi. Da quest'anno i parlamentari sono sotto il normale sistema contributivo di qualsiasi lavoratore italiano"

E cosa ne sarà invece di quei 3700 euro mensili che i parlamentari percepiscono, nel forfet, per pagare i collaboratori?: "Questo denaro è risultato un'anomalia in quanto in altri Paesi europei è il Parlamento stesso a pagarli per ogni parlamentare  - spiega Albonetti - In Italia invece vengono gestiti direttamente dal parlamentare e questo può erroneamente far pensare che quel denaro finisca nelle sue tasche. Questo argomento verrà affrontato alla Camera la prossima settimana. I veri costi della politica, però, non riguardano solo il Parlamento che risulta essere l'1% dei costi della pubblica amministrazione ma occorre un riordino complessivo per semplificare l'architettura dell'amministrazione pubblica che è piuttosto ridondante".

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