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Patto sviluppo e welfare: firmati due importanti protocolli

Giovedì pomeriggio sono stati sottoscritti in Provincia da tutte le istituzioni locali e da forze economiche-sociali due documenti di rilievo: il nuovo patto per lo sviluppo intelligente

Giovedì pomeriggio sono stati sottoscritti in Provincia da tutte le istituzioni locali e da forze economiche-sociali due documenti di rilievo: il nuovo patto per lo sviluppo intelligente, inclusivo e sostenibile e il documento denominato Coesione sociale, welfare, salute e benessere La firma rappresenta la positiva conclusione di un lavoro avviato con la Conferenza economica del 2010 che aveva coinvolto, attraverso numerosi gruppi di lavoro, rappresentanti istituzionali, delle associazioni di categoria, dei sindacati, esperti dei vari settori dell'economia , dell'impresa, del lavoro e della ricerca.

L'importanza primaria del nuovo patto sta innanzitutto nella rinnovata scelta, di fronte alla pesante crisi nazionale che pesa fortemente sulle imprese, lavoratori e famiglie, di reagire, rafforzando la coesione da un lato e l'impegno concreto per consolidare , riqualificare rilanciare il nostro sviluppo e l'occupazione. Per questo, nel documento è contenuto un appello unitario al Governo e all'Unione Europea di adottare politiche equilibrate che concilino rigore e ripresa selettiva degli investimenti e dell'occupazione.

In questo contesto si chiede con forza la revisione e l'allentamento del patto di stabilità che mortifica il ruolo degli enti locali e frena la loro possibilità di divenire il volano di una nuova fase di sviluppo. I temi sono sette: semplificazione e sostegno al sistema dell'impresa; la centralità del lavoro e le politiche per l'occupazione; le scelte per l'internazionalizzazione e l'innovazione ; il rafforzamento del porto e del sistema logistico; lo sviluppo della green economy; la legalità e la lotta all'abusivismo e la sicurezza del lavoro; welfare, salute e benessere .

La novità del patto, che riprende e articola il patto regionale, è che va oltre le affermazioni di principio e obiettivi generali e delinea le scelte selettive su cui concentrare l'impegno della società ravennate in un quadro di forti relazioni di area vasta che coinvolge la Romagna e tutta la regione . Per questo già a novembre è previsto che il Tavolo dell'economia e dell'occupazione procederà ad una prima verifica dei progetti previsti dal patto.

Va evidenziato, a tal proposito, che già molte iniziative sono avviate. Si pensi all'impegno per concretizzare i decisivi investimenti del porto, a partire dai fondali; l'impegno comune per rafforzare  il tecnopolo della provincia di Ravenna; gli accordi sottoscritti sul credito; i significativi investimenti pubblici e privati per la green economy, a cominciare dalle energie rinnovabili; la riattivazione, finalmente, del percorso per attivare i finanziamenti Fas per gli investimenti prioritari volti allo sviluppo, il rafforzamento del terminal crociere; l'avvio dei nuovi collegamenti diretti fra l'aeroporto di Bologna e le aree di maggior interesse turistico della nostra provincia; le numerose attività in tutta la provincia per la candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura 2019.

Positivo anche il percorso individuato per il commercio. Le istituzioni hanno preso atto dei noti punti di dissenso di tali associazioni rispetto al piano del commercio vigente e dell'indisponibilità, in questa fase, di giungere alla sottoscrizione del documento da parte di Ascom e Confesercenti. Istituzioni e associazioni di categoria hanno però condiviso l'avvio di un percorso che prevede la sollecitazione di un rapido confronto regionale per definire nuovi strumenti legislativi di pianificazione  che assicurino lo sviluppo equilibrato e sostenibile della rete commerciale.

Su questa base lavorerà il gruppo commercio del Tavolo provinciale dell'economia per aggiornare i nostri strumenti di pianificazione commerciale. L’ultimo dei setti temi del Patto per lo sviluppo, “welfare, salute e benessere”, è trattato  dettagliatamente in un secondo, specifico documento, in cui i sottoscrittori del primo patto, cui si sono aggiunti Azienda Usl, Forum per il Terzo settore e Comitato paritetico per il volontariato, hanno condiviso l’analisi socio-economica e fissato gli obiettivi raggiungibili con un modello aggiornato di stato sociale. Il Patto sul welfare si pone l’obiettivo di utilizzare al meglio le risorse pubbliche e di valorizzare la capacità delle persone e delle famiglie, delle associazioni di volontariato, del terzo settore, delle imprese private e cooperative di partecipare alla costruzione di percorsi innovativi, di una nuova offerta di servizi.

Il cambiamento del welfare deve tendere ad un modello che garantisca i diritti sociali, considerando vecchi e nuovi bisogni, razionalizzi gli interventi tra i diversi livelli istituzionali in base a criteri di sostenibilità, equità e solidarietà, sviluppi effettivamente il principio di sussidiarietà. Nel patto si individuano quattro priorità di intervento, rispetto alla criticità dei bisogni, in non autosufficienza, politiche abitative, minori, assistenza alle famiglie. Le linee di indirizzo espresse saranno dettagliate a partire dalle prossime settimane in progetti specifici. Il Patto, infatti, non è un punto d’arrivo ma un importante momento di condivisione che richiede ulteriori, continui, passaggi e verifiche, per riuscire a mettere a punto un sistema in grado di avvicinare la risposta all’attualità dei bisogni.

“Con questa firma le istituzioni e le parti sociali hanno voluto, prima di tutto, dare un messaggio per la tenuta della coesione sociale del nostro territorio e per una scelta di sviluppo che ha l'ambizione di porre al centro la qualità del lavoro e la creazione di nuova occupazione - ha affermato il segretario provinciale della Cgil di Ravenna, Marcello Santarelli -. Questo patto pone una serie di priorità per il territorio, tra cui: la centralità del lavoro, il porto e il sistema logistico, lo sviluppo della green economy, la legalità e il welfare. Ritengo molto positivo che nel momento di più forte crisi, la comunità ravennate punti sulla qualità e sul lavoro. E' una scelta lungimirante che come Cgil abbiamo sempre sostenuto e, oggi, vediamo inserita in un accordo importante. Il patto individua una serie di azioni e una serie di tavoli concertativi e delle tempistiche che dovranno essere rispettate e alle quali la Cgil guarda con estrema attenzione”.

 

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