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Pd, il viceministro Bellanova: "Abbiamo scommesso sul lavoro valorizzato e stabile"

Con queste parole Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo economico, ha introdotto la conferenza organizzata dal comitato elettorale di via Gulli

“In questi anni, molti non se ne sono accorti, abbiamo gestito tra Ministero del Lavoro e Ministero dello Sviluppo Economico 1250 Tavoli di crisi, la stragrande maggioranza chiusi con accordi siglati da tutte le organizzazioni sindacali. Il nostro compito è stato indurre le parti a confrontarsi su quello che mancava, quello che quando la crisi veniva negata non si metteva in campo: innovazione e ricerca, acquisto di nuovi macchinari, risorse finalizzate esclusivamente a far ripartire la nostra economia”. Con queste parole Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo economico, ha introdotto la conferenza organizzata dal comitato elettorale di via Gulli, alla quale hanno preso parte anche il candidato al Senato Stefano Collina, quello alla Camera Alberto Pagani e il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni.

“La dimostrazione è che all’alba del 2014 non c’erano più strumenti di ammortizzatori sociali utilizzabili, tanto da rendere necessaria la cosiddetta deroga - prosegue Bellanova - In questi anni abbiamo messo in piedi quello che, andando in giro per le grandi, le piccole e le medie aziende, tutti ci riconoscono utile e necessario. Credito di imposta per l’innovazione e la ricerca soprattutto in favore delle pmi che, con le proprie forze, non si possono permettere la ricerca, credito d’imposta per l’acquisto di nuovi macchinari, decontribuzione per le nuove assunzioni. Strumenti automatici che hanno portato a rendere sostenibile il Piano per il Made in Italy: centotrenta milioni di euro investiti soprattutto per sostenere le pmi a presidiare con i loro prodotti mercati sempre più lontani, sostituendo l’internazionalizzazione alla delocalizzazione. Noi abbiamo scelto questa strategia, scommettendo sulla valorizzazione del lavoro e sul lavoro stabile. Non a caso oggi contiamo, rispetto al 2014, un milione di posti di lavoro in più. A chi vuole spiegarci cosa siano le politiche di sinistra noi rispondiamo così: sono quegli strumenti che hanno permesso a quei ragazzi e a quelle ragazze che avevano una collaborazione coordinata e continuativa e un reddito di 8mila euro l’anno se erano donne, di 12mila se erano uomini, magari anche laureati e con mansioni da lavoro dipendente, senza diritto né a maternità, né a ferie, né a nessuna altra protezione sociale, di poter avere oggi contratti a tempo indeterminato o contratti di lavoro dipendente con diritto a tutte le protezioni sociali”.

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