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Pensioni, sit-in del comparto della sicurezza-difesa e soccorso pubblico

Lunedì il comparto dei lavoratori sicurezza-difesa e soccorso pubblico è sceso in piazza del Popolo, di fronte alla Prefettura per manifestare il dissenso della categoria in materia di pensioni

Lunedì il comparto dei lavoratori sicurezza-difesa e soccorso pubblico è sceso in piazza del Popolo, di fronte alla Prefettura. Le organizzazioni sindacali Siap- Silp Cgil – Coisp - Anfp della polizia di Stato, Osapp – Sinappe – Fp Cgil della Polizia penitenziaria e corpo Forestale dello Stato e Usppi, Confsal, Sindir Ugl dei Vigili del Fuoco hanno manifestato il dissenso della categoria contro decisioni che il Governo sembra voler adottare in materia di pensioni anche a costo di provocare un pericoloso abbassamento dei livelli di sicurezza dei cittadini.

“Abbiamo constatato - commentano i responsabili dei sindacati - che il tema della previdenza riguardante i 500.000 appartenenti alle forze di Polizia, forze armate e Vigili del Fuoco non rientra tra le questioni di maggiore interesse per il Governo. Tre mesi fa il presidente del Consiglio, nel presentare la manovra finanziaria ai sindacati di Polizia e agli organi di rappresentanza militare aveva dichiarato che avrebbe tutelato la specificità del comparto. Adesso il Governo mostra di andare in direzione opposta. Sulle pensioni intenderebbe determinare un peggioramento delle condizioni di accesso per gli operatori del comparto sicurezza-difesa e soccorso pubblico”.

Le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori denunciano la forte preoccupazione per una visione solo ragionieristica che il Governo manifesta nell’affrontare la questione previdenziale che andrebbe, invece, analizzata con attenzione e competenza e che riguarda centinaia di migliaia di operatori della sicurezza che quotidianamente affrontano armati, in situazioni complesse e rischiose, il controllo del territorio e dell'ordine pubblico, il controllo degli istituti penitenziari e il servizio di soccorso pubblico.

“Segnaliamo inoltre – concludono i sindacati - la mancanza di consapevolezza da parte del Governo circa i rischi derivanti da un ulteriore aumento dell’età media dei poliziotti, militari e Vigili del Fuoco. Contestiamo infine il mancato avvio della previdenza complementare, oggi ancora più necessario e indifferibile stante l'introduzione del sistema contributivo per tutti i lavoratori”.

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