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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Per l’università la Sapienza di Roma qualità della vita “non accettabile” a Ravenna"

Affondata dalla criminalità e dal disagio sociale nell’indagine scientifica commissionata da Italia Oggi.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Ha avuto molto riflesso sulla stampa locale, sollevando molto dibattito, la classifica sulla “Qualità della vita” nelle province italiane pubblicata  della settimana scorsa dal quotidiano Sole-24 Ore della Confindustria. Il 10° posto su 110 province, rispetto al 1° dello scorso anno, è stato valutato in una scala di giudizio che va da “un tonfo di dieci posti” a un “siamo sempre nelle prime dieci”. Unanime invece, più o meno enfatizzata, la sottolineatura del 105° posto nell’ordine pubblico: cioè rapine, estorsioni, scippi e borseggi, e soprattutto furti in appartamento, per i quali siamo all’ultimo posto. Non ho commentato.

Mi pare però onesto che, alla fine del 2015, il consuntivo sulla qualità della vita a Ravenna non trascuri l’ulteriore analoga indagine, pubblicata questo lunedì scorso dall’altro quotidiano economico Italia Oggi. Esso non è affatto da meno sul piano strettamente tecnico, non politico, essendo stata commissionata, come una vera e propria ricerca scientifica, alla prestigiosa Università La Sapienza di Roma, dipartimento di Scienze sociali ed economiche. Rispetto alle sei dimensioni di indagine e ai 36 indicatori del Sole, lo studio de La Sapienza è articolato in 9 dimensioni, 21 sottodimensioni e 84 indicatori, che ne fanno il più completo studio statistico sulla qualità della vita in Italia.

Non si può dire che l’una indagine sia giusta più dell’altra, essendo diversamente orientate e sviluppate. I primi due posti di Italia Oggi, assegnati a Trento e Bolzano, si differenziano poco dal Sole (4° a Trento  e 1° a Bolzano). Ma la differenza è ancora una volta eclatante per Ravenna che finisce al 58% posto, fuori della “qualità della vita buona o accettabile” (fino al 53°). L’anno scorso era al 55%. Contribuisce a questo risultato il fatto che La Sapienza abbia tra l’altro indagato, rispetto al Sole, anche sul disagio sociale e distinto, con ampia diversa valutazione, l’ambiente dalla sanità. Nella dimensione sociale, infatti, Ravenna è al pessimo 103° posto, e se, per il Sole, siamo al 2° in “ambiente e salute”, in questa seconda classifica siamo al 55° per la salute e al 40° per l’ambiente.

Da qualsiasi parte e con qualsiasi occhio si guardi invece la criminalità, siamo parimenti messi male: al 105% posto per il Sole e al 107° per La Sapienza, anche più articolato da questa, con pari giudizio, nei vari indicatori: 108° posto negli omicidi colposi o preterintenzionali, 107° nei furti in appartamento e stessa posizione negli altri furti, 106° nello sfruttamento della prostituzione, 105° nelle lesioni colpose e percosse, 98° nello spaccio di droga, 97° nei sequestri e borseggi, 95° nelle violenze sessuali, 94° nelle rapine. Nulla di nuovo, peraltro, nella percezione del degrado sociale da parte dei cittadini, soprattutto nel comune di Ravenna.

Criminalità e disagio sociale (questo sottovalutato ingiustamente dal dibattito politico locale) troverebbero una sintesi nella celebre definizione sociologica della nostra regione data dall’allora cardinale Biffi di Bologna: “sazia e disperata”. Non è il caso di dilungarsi in valutazioni politiche strumentali a cui si può rispondere con  altre. Mi si lasci solo esprimere un’opinione lapidaria: per fronteggiare il crimine, abbiamo a Ravenna una Procura della Repubblica e forze statali dell’ordine di alta qualità: serve un giro politico di vite a tutti i livelli, legislativo, giudiziario, operativo, amministrativo,  da Roma a Ravenna; per ridurre il disagio sociale patologico, in una provincia dagli ottimi o almeno buoni affari e tenore di vita, ricca di volontariato civile, serve riformulare radicalmente l’ordine di priorità della spesa pubblica corrente e per gli investimenti da parte delle istituzioni pubbliche locali.

Alvaro Ancisi, capogruppo Lista per Ravenna
 

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