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Il Comitato cittadino di Marina di Ravenna promuova una petizione sull’Ex Xenos

Lodevole iniziativa del Comitato cittadino di Marina di Ravenna, quella di promuovere una petizione per ridiscutere il progetto ex Xenos. Laddove fallisce la politica ci pensa il cittadino a rivendicare i propri diritti, ossia ricordare agli amministratori l'istituto della democrazia partecipata nella gestione della cosa pubblica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

2Lodevole iniziativa del Comitato cittadino di Marina di Ravenna, quella di promuovere una petizione per ridiscutere il progetto ex Xenos. Laddove fallisce la politica ci pensa il cittadino a rivendicare i propri diritti, ossia ricordare agli amministratori l'istituto della democrazia partecipata nella gestione della cosa pubblica. Tema tanto sbandierato ed enfatizzato da Palazzo Merlato, a parole ma non nei fatti, con l'istituzione dei consigli territoriali. Spesso si legge sulla stampa che il progetto è stato approvato all'unanimità dal consiglio territoriale del Mare. È bene però precisare che di questo consiglio restano solo il PD (con la stampella di SEL) e Forza Italia, ossia i pattisti del Nazareno, in rotta al Parlamento, ma resistenti al Mare di Ravenna. L'intera opposizione (Lista per Ravenna, Lista del Mare e Movimento 5 Stelle) e addirittura anche il consigliere dell'Italia dei Valori, avevano già abbandonato il consesso non condividendone il modus operandi.

Più volte avevo richiesto che, essendo complessa la materia, il progetto ex Xenos fosse discusso e approfondito nelle apposite commissioni consiliari, a cui possono partecipare e dire la loro anche i cittadini. Un progetto così importante, che ipoteca il futuro di Marina di Ravenna, non avrebbe dovuto essere lasciato alle decisioni di pochi addetti, che hanno espresso, in breve tempo, un parere meramente politico. L'unica preoccupazione per PD+FI è stata di raccomandare all'amministrazione comunale che nel tempo non sia possibile cambiare la gestione unitaria della Residenza Turistica Alberghiera e la sua destinazione d'uso. Ma sono ben altri gli aspetti che avrebbero dovuto essere approfonditi e discussi con la cittadinanza, quantomeno i più significativi, non trincerarsi dietro l'alibi che Marina abbisogna di una struttura del genere poiché ne è carente in tema di ricettività.

Ad esempio, conoscere il perché la commissione comunale per la qualità architettonica e paesaggistica (CQAP), in data 1 settembre 2014, ha espresso parere "negativo"; il problema delle distanze di rispetto tra il nuovo immobile e gli edifici intorno (a una prima lettura, non parrebbe pienamente osservato, alla luce anche della giurisprudenza, l'art. 9 del D.M. n° 1444/68, secondo cui le distanze dai fabbricati contermini, strade e quant'altro devono essere almeno pari all'altezza del fabbricato, nel nostro caso 54 metri); la destinazione delle acque usate e dei materiali secchi di scavo (pur se nella norma, non è dato comprendere dove saranno fatte confluire le acque utilizzate per la posa delle fondazioni e i materiali secchi di scavo contenenti cromo, nichel, piombo, rame, zinco, idrocarburi); i parcheggi interrati, specie se a due piani, come quelli a progetto, proprio perché interesseranno terreni a rischio subsidenza sussisterebbe la possibile ingressione di acqua salata nella falda (come ha segnalato l'autorità di Bacino della Romagna riferendosi al grattacielo previsto a Milano Marittima, rispetto a cui quello di Marina non è da meno); la sicurezza (pur tenendo conto del rispetto delle norme antisismiche, un incendio ai piani alti, l'allagamento della parte interrata, ecc.. fanno temere, considerata la fragilità della zona circostante, interamente urbanizzata, per la pubblica e privata incolumità); l'impatto sul comparto imprenditoriale di Marina (il centro commerciale previsto ai piani bassi della struttura non darà certo una mano ai negozi ed esercizi esistenti per sollevarsi dalla crisi di questi anni); il concetto di densificazione urbana, che il Comune di Ravenna ha osteggiato nel RUE attuale e continua in quello oggetto di variante specifica, che non permette di aggiungere una stanza per un nuovo figlio o anziano da tenersi in casa, guarda caso viene sbandierato per un progetto del genere (ciò comporterà che da domattina ogni abitante di Marina di Ravenna e di tutto il territorio comunale, è titolato a chiedere di farsi una propria torre sull'abitazione, con egual diritto). Insomma, i cittadini e quanti hanno a cuore le sorti di Marina volevano vederci chiaro su che cosa si andava a costruire sul proprio territorio, ma quel che resta del consiglio territoriale (Pd+Fi) non gliel'hanno concesso. Buon lavoro al Comitato cittadino di Marina di Ravenna, il "Davide contro Golia", se non altro per la lezione di civiltà con cui sta portando avanti la petizione".

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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