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Piano dell’Aria Integrato Regionale, il Pri a Bonaccini: "Attenzione alle ricadute economiche"

"Un Piano che dovrebbe tenere conto non solo delle ricadute ambientali, come è ovvio, ma anche di quelle economiche su attività e ambiti produttivi, visto il perdurare di un quadro congiunturale negativo che condiziona e limita gli investimenti delle imprese"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Caro Presidente,
nelle prossime settimane il Consiglio Regionale discuterà il PAIR 2020, il Piano dell’Aria Integrato Regionale. Un importante atto di programmazione ambientale che è stato adottato nel luglio del 2014 e che per oltre due anni è rimasto in gestazione presso gli uffici regionali. Un Piano che dovrebbe tenere conto non solo delle ricadute ambientali, come è ovvio, ma anche di quelle economiche su attività e ambiti produttivi, visto il perdurare di un quadro congiunturale negativo che condiziona e limita gli investimenti delle imprese. Una opinione, quella sopra evidenziata che tutte le rappresentanze delle imprese, industriali, artigianali, commerciali e turistiche, agricole e cooperative hanno condiviso e che sono state sintetizzate in documenti arrivati fin dal 2014 all’attenzione dell’Assessore all’Ambiente. Poche sono state però le istanze di modifica fino a oggi accolte. Entrare tecnicamente e specificatamente nelle varie azioni previste dal Piano porterebbe via molto tempo e per sinteticità sottopongo in evidenza tre temi che Le chiedo di ponderare attentamente.

Il primo riguarda il cosiddetto “saldo zero” per il settore produttivo. Considerato che meno del 12% delle emissioni provengono dal sistema produttivo e che dal 2009 a oggi il sistema delle imprese produttive della nostra regione è stato duramente colpito dalla crisi (come evidenziano i dati relativi alla cassa integrazione, la diminuzione del numero di occupati e di imprese), come si può pensare possibile inserire l’obbligo di rispettare i valori limite più bassi previsti dalle BAT e cioè dalle migliori tecniche disponibili. Il secondo tema che Le sottopongo riguarda le limitazioni del traffico. ll Piano sottovalutata le gravi conseguenze in termini di accessibilità che deriverebbero dall’applicazione delle norme previste per i Centri storici dei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti. Sono infatti previste nuove aree pedonali ed estensioni delle Zone a traffico limitato (ZTL) per tutta la superficie dei centri storici. Soluzioni come quelle prefissate dal Piano prefigurano un quadro di tale limitazione dell’accessibilità dei Centri storici da far temere per la sopravvivenza delle imprese insediate (commerciali, di servizio e turistiche). Senza contare le situazioni di disagio anche per la cittadinanza, causa le limitazioni alla mobilità.

Il terzo punto è inerente il settore agricolo che nella nostra Regione ha già raggiunto un livello di eccellenza ambientale rispetto a quelli di altre regioni. Preoccupano le misure riguardanti la copertura di vasche e lagoni di stoccaggio negli allevamenti, l’acquisto dei mezzi idonei allo spandimento per migliorare le emissioni in atmosfera e il rinnovo dei mezzi agricoli ritenuti superati. Sono interventi che hanno bisogno di grande risorse e quindi oggi potenzialmente irrealizzabili, perché comporterebbero un aggravio di costi non sostenibile da parte delle aziende della nostra Regione, se non accompagnato da adeguati incentivi economici. Sul tema degli incentivi La invito a rivedere la decisione di stanziare 2 milioni di euro per la rottamazione dei mezzi commerciali più inquinanti rivolto alle piccole e medie imprese con sede legale in uno dei comuni ove si applicano le limitazioni alla circolazione. 

Il bonus avrà il valore di 2.500 euro e i possibili beneficiari in tutta la Regione saranno 800; sarà un bel problema definire le modalità di selezione delle migliaia richieste che inevitabilmente arriveranno. Non da ultimo preoccupa il fatto che per un problema – quale quello della qualità dell’aria - che interessa la Pianura Padana, una pianificazione non può limitarsi a una lettura solo del nostro territorio senza alcuna relazione a quanto accade nelle Regioni limitrofe. Affinché non si determini un dumping ambientale a favore di altri territori senza produrre peraltro effetti positivi per l’ambiente è prioritaria una condivisione delle norme e una uguale tempistica di applicazione delle stesse per tutte Regioni della Pianura Padana".

Eugenio Fusignani
Segretario Provinciale PRI-Ravenna
Vicesindaco Comune di Ravenna

Stefano Ravaglia
Vicesegretario Comunale PRI-Ravenna

Giannantonio Mingozzi
Capogruppo Consiglio Comunale PRI-Ravenna 

Chiara Francesconi
Consigliere Comunale PRI-Ravenna

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