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Polemica sullo striscione per Regeni, Ancarani ribatte: "Siamo meno democratici dell'Egitto"

Dopo che lo striscione dedicato a Giulio Regeni ha fatto la sua ri-comparsa sul balcone di palazzo Merlato, il capogruppo di Forza Italia Alberto Ancarani torna a ribadire la sua posizione

Dopo che lo striscione dedicato a Giulio Regeni ha fatto la sua ri-comparsa sul balcone di palazzo Merlato, il capogruppo di Forza Italia Alberto Ancarani torna a ribadire la sua posizione cercando di dare una spiegazione alle foto da lui pubblicate sul suo profilo Facebook, in cui scriveva "Fino ad oggi a Ravenna eravamo riusciti a risparmiarci la pagliacciata dello striscione “Verità per Giulio Regeni”. Da oggi purtroppo dobbiamo sopportare anche questo".

"Sono davvero stupefatto, non tanto dall’equivoco ingenerato dalla pubblicazione delle foto dello striscione rimosso dal commesso comunale che eseguiva gli ordini di una giunta peraltro a me avversa - spiega il consigliere d'opposizione - Ciò che trovo incredibile è che nella nostra città e pure nel nostro paese non si possa avere un’opinione meno liturgica circa le attività svolte dal povero Regeni. Mi spiego meglio: se decidi di fare il Don Chisciotte in un paese antidemocratico straniero, purtroppo c’è il rischio che ti ammazzino. E’ bruttissimo e non dovrebbe accadere, ma il rischio è alto. Si può osare avere un pensiero diverso dal mainstream o siamo diventati meno democratici dell’Egitto? La sensazione che il mailbombing e le prese di posizione dell’"intelligentia" ravennate e non solo mi stanno fornendo è che non si possa o non si debba pensarla diversamente sull’origine dei guai del ragazzo italiano ucciso. Questo ovviamente non significa che ora non si debba fare luce il più possibile sulla vicenda, anzi: i familiari e gli amici ne hanno tutto il diritto. Il nostro paese non deve arretrare di un millimetro, ma lo sta già facendo e ci sono le nostre autorità all’opera su questo da mesi. Non serve nessuno striscione, quello serve esclusivamente per fare pubblicità a un certo cotè cultural-politico che vuole lucrare elettoralmente sulla pelle di questo ragazzo, piaccia o meno. Quante storie oscure, infatti, ci sono in questo paese sulle quali non è in atto una pressione mediatica solo perché la vittima non appare come il miglior “santino” politically correct da esibire?".

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