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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ancisi (LpRa): "Notizie cattive per il Progettone anche da Bruxelles"

"a Commissione Europea ha infatti stabilito l'attendibilità della mia denuncia del 31 ottobre scorso contro l'emendamento introdotto dal Parlamento nel decreto "Sblocca Italia", che avrebbe consentito di immettere sul territorio nazionale i fanghi di dragaggio abbattendo largamente i controlli delle autorità preposte"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Il Progettone dell'Autorità Portuale di Ravenna, che ho chiamato "spandi-fanghi-liberamente", dovrà abituarsi a ricevere mie cattive notizie. L'ultima viene dall'Europa. La Commissione Europea ha infatti stabilito l'attendibilità della mia denuncia del 31 ottobre scorso contro l'emendamento introdotto dal Parlamento nel decreto "Sblocca Italia", che avrebbe consentito di immettere sul territorio nazionale i fanghi di dragaggio abbattendo largamente i controlli delle autorità preposte. Di tale emendamento si era fatto merito, e si è fatto nei giorni scorsi, l'on. Pagani del Pd. Segnalavo la violazione di due direttive europee riferendomi alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento.

Nel primo caso, riguardante la cessazione della qualifica di rifiuto, quale sono i fanghi di dragaggio fino a che non siano destinati a interventi di recupero ambientale, la Commissione ha risposto che, anche se il decreto richiede in proposito solo il test di cessione (una prova simulata del rilascio di sostanze che possono contaminare l'acqua), i paesi membri sono comunque obbligati a rispettare il quadro intero delle norme europee che prevengono le immissioni di sostanze pericolose nelle acque sotterranee, capaci di produrre danni, anche gravi, alle falde acquifere, cioè alla salubrità del più prezioso alimento di vita. Serve cioè, non solo prendere in esame pochi elementi chimici, bensì la natura, le quantità, la potenziale mobilità e la tossicità delle sostanze contenute nei fanghi, al fine che non ne venga compromessa la compatibilità con le caratteristiche chimico-fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dei terreni su cui vengono utilizzati. In tal senso, si è espresso anche il ministero italiano dell'Ambiente.

Sull'altro caso, più importante, la Commissione ha invece deciso di avviare un'indagine, utilizzando allo scopo il nuovo e più efficiente sistema EU Pilot. Cosa significhi si capisce bene dal seguente intervento del ministro dell'Ambiente, Galletti: "Noi abbiamo già un warning, chiamiamolo così, da parte dell'Unione europea, che si traduce in una procedura che ha un nome strano, si chiama EU Pilot, che precede l'infrazione. Cioè la Comunità europea, a seguito di una segnalazione di non rispetto di una direttiva europea, apre questo fascicolo. Se durante questa procedura lo Stato non sistema l'adeguamento alla normativa europea si trasforma in un'infrazione. Noi sulla caccia avevamo questa Eu Pilot aperta che, se non intervenivamo immediatamente entro la giornata di ieri (20 gennaio, ndr), per ridurre il calendario venatorio di 11 giorni, cioè anticipandolo dal 31 di gennaio al 20 gennaio, avremmo subito un'infrazione UE. È chiaro che io non posso esporre l'Italia ad una ulteriore infrazione che avrebbe comportato fra l'altro un esborso di denaro perché si sarebbe tramutata in una multa, per andare incontro ad alcuni cacciatori che vogliono arrivare a cacciare fino al 31 gennaio". Nel caso del recupero dei fanghi, la violazione da me segnalata è in sostanza questa.

Prima dello "Sblocca Italia" l'impresa che voleva "trasformare" i fanghi da rifiuti a materiale di recupero doveva sottoporsi ad un'autorizzazione della Provincia. Era necessaria una serie di pareri, in particolare dell'Ausl per l'igiene pubblica e dell'Arpa per la tutela ambientale, oltre ad ogni altra certificazione utile, posta a carico dell'impresa. La Provincia doveva attenersi alla legislazione vigente per la messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati. In particolare doveva tener conto di una tabella di legge sulla "concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee", la quale stabilisce i limiti oltre i quali è necessario procedere alla caratterizzazione ambientale del sito per poi prescrivere, eventualmente, la sua bonifica. Secondo lo "Sblocca Italia", basterebbe presentare un'autodichiarazione dell'impresa alla Provincia e all'Arpa, niente all'Ausl. Bruxelles fa però sapere al ministro Galletti che il governo italiano deve rimediare anche a questo abuso. C'è un limite anche alle leggi ad personam. A volte basta anche un semplice consigliere comunale per farlo valere".

Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna

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