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Legge di stabilità e problematiche nelle scuole: i sindacati chiedono aiuto al Prefetto

. I sindacati chiedono al Prefetto "di farsi portavoce al Governo affinché, in attesa di cambiare la legge con la prossima finanziaria, si giunga, anche per via interpretativa della norma, a soluzioni operative immediate, in grado di superare, sia pur provvisoriamente, gli aspetti di palese ingestibilità della legge di Stabilità 2015".

Un incontro per illustrare le problematiche che riguardano la scuola. E' quanto chiedono al Prefetto Francesco Russo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda di Ravenna, che "rilevano numerose criticità anche per quanto riguarda le ricadute della legge di stabilità 2015 sul personale e sul funzionamento delle istituzioni scolastiche del territorio provinciale". Osservano i sindacati: "La norma, infatti, oltre ad aver previsto la riduzione di 2020 unità di personale Ata, taglio puntualmente attuato in organico di diritto seppur “recuperato” con l’ organico di fatto,  pone vincoli inaccettabili, a parere delle scriventi, sulle sostituzioni del personale in caso di assenza".

"Tali vincoli - aggiungono Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda  - sono stati confermati dalla nota 25141 dello scorso 10 agosto che fornisce istruzioni per le supplenze annuali del personale docente, educativo ed Ata per l’anno scolastico 2015/16. Si segnala, nello specifico, il divieto di conferire supplenze al personale docente, per il primo giorno di assenza del titolare; al personale assistente amministrativo, salvo l'ipotesi in cui l'esigenza di sostituzione nasca presso istituzioni scolastiche il cui organico di diritto abbia meno di tre posti; al personale assistente tecnico (non si sostituisce mai) al personale appartenente al profilo di collaboratore scolastico, per i primi sette giorni di assenza. Tali perentori divieti impediranno alle scuole di garantire nella legittimità la loro offerta formativa e la sicurezza nelle scuole".

Proseguono i sindacati: "Per quanto riguarda i docenti, si verranno a creare situazioni di assoluta emergenza, soprattutto nei plessi con poche classi o in caso di assenza contemporanea di più insegnanti, laddove non si potranno adottare misure organizzative ricorrendo ad altre risorse professionali in servizio. Tali evenienze, tutt’altro che ipotetiche, risulteranno particolarmente gravi nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie: quelle in cui, non a caso, era da sempre consentita la nomina dei supplenti fin dal primo giorno".

"Ancora più grave, si presenta la situazione relativa al personale Ata - viene sottolineato -. Il divieto assoluto di nominare sostituti di assistenti amministrativi e tecnici in caso di assenze anche molto prolungate, paralizzerà l’attività di interi settori indispensabili al funzionamento e all’attività scolastica. Per i collaboratori scolastici, invece, il divieto vale per tutta la prima settimana di assenza del titolare. Si segnalano sul territorio ravennate molte scuole, soprattutto primarie e istituti comprensivi, in cui numerosi plessi sono presidiati da un solo collaboratore scolastico. L’assenza dell’unico collaboratore diventerà problematica perfino per l’apertura della scuola, per la vigilanza sugli accessi nei corridoi e nei servizi, per la cura della persona e per l’assistenza all’handicap".

"Qualunque sarà la soluzione adottata dai Dirigenti Scolastici in caso di emergenza, il loro comportamento potrebbe risultare illegittimo in quanto configurabile come l'interruzione di pubblico servizio, qualora si chiudessero i plessi quando le assenze non consentissero il regolare svolgimento delle attività didattiche; l'inadempienza rispetto alla loro funzione di garanti della sicurezza e del decoro dei locali, se per mancanza di personale non fossero in grado di assicurare i servizi minimi; la violazione delle norme contrattuali, nel caso in cui si richiedessero prestazioni in deroga al contratto nazionale vigente per compensare i servizi rimasti “scoperti”  al personale rimasto in servizio; e il danno all’erario, in caso di nomina dei supplenti, contraria alle disposizioni di cui sopra". I sindacati chiedono al Prefetto "di farsi portavoce al Governo affinché, in attesa di cambiare la legge con la prossima finanziaria, si giunga, anche per via interpretativa della norma, a soluzioni operative immediate, in grado di superare, sia pur provvisoriamente, gli aspetti di palese ingestibilità della legge di Stabilità 2015".

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