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Provincia, ok al bilancio preventivo 2013: "Si lavora nella peggiore delle situazioni"

La votazione è stata preceduta da quella con cui l'assemblea ha respinto (favorevole la minoranza e contraria la maggioranza) un emendamento di Vincenzo Galassini (Pdl) finalizzato a ridurre le spese per giunta e consiglio

Il consiglio provinciale ha approvato (favorevoli Pd,FdS, Sel e Idv; contrari: Pdl,Lega Nord e Udc) il bilancio preventivo 2013. La votazione è stata preceduta da quella con cui l'assemblea ha respinto (favorevole la minoranza e contraria la maggioranza) un emendamento di Vincenzo Galassini (Pdl) finalizzato a ridurre le spese per giunta e consiglio: motivo per cui il consigliere non ha poi partecipato al voto sul bilancio.

Un voto che è stato preceduto da due sedute del consiglio, dal lavoro delle commissioni e che anche nella giornata conclusiva ha visto la partecipazione al dibattito dei consiglieri, i quali non hanno potuto non sottolineare la situazione di incertezza istituzionale ed economica in cui il Paese, ma anche le Province, stanno vivendo. "La riduzione delle risorse non ci consente di fare quelle scelte che avremmo voluto, e che sono state fatte negli anni scorsi, di sostegno alle cooperative alle garanzia, ai Comuni per le politiche sociali, alle tante associazioni e fondazioni culturali", evidenzia il presidente della Provincia, Claudio Casadio.

"A fatica rispondiamo, con grande senso di responsabilità, alle competenze che ancora abbiamo. Dobbiamo essere tutti consapevoli che stiamo lavorando nella peggiore delle situazioni: tolta dallo Stato l'autorevolezza che l'ente si era guadagnato in anni di lavoro, cerchiamo di rispondere ancora a chi ce la riconosce nei fatti, chiedendoci  di svolgere il nostro ruolo di governo nelle politiche di area vasta", continua Casadio.

Conclude il presidente della Provincia: "Continueremo a svolgere il nostro lavoro, di cui ringrazio anche tutto il personale, con la sobrietà che ci ha contraddistinto fino ad ora evitando, e questo è un invito che rivolgo a tutti voi, facili demagogie che portano le forze politiche a diventare non credibili. Superiamo i nostri campanilismi,le resistenze particolari, altrimenti non sarà possibile conseguire quegli obiettivi di qualità della  vita, compreso in campo sanitario, di cui tutti, ripeto tutti, abbiamo bisogno".

"La situazione economica del Paese è veramente difficile e i dati della disoccupazione ne sono la cartina di tornasole - afferma Massimo Mazzolani, capogruppo del Pdl -. In questo bilancio però non vedo alcuna traccia di prospettiva, di rilancio di un nuovo patto sociale tra cittadini , imprese e istituzioni: unica soluzione ai nostri problemi. E' come se stessimo rinunciando a qualsiasi  ipotesi di lavoro per il futuro. Anche nella carenza di risorse dobbiamo trovare motivi per contrastare la crisi, stare accanto alle imprese che vogliono innovare rispettandone i tempi, che non possono essere quelli di uno Stato  e di enti locali imbalsamati in procedure e cavilli burocratici".

Per Daniele Bassi (Pd), "il Paese deve darsi l'obiettivo della semplificazione e riordino della Pubblica Amministrazione, eliminando sovrapposizioni tra Enti e in tale ambito la riforma delle Province viene indicata come indispensabile per ridurre la spesa pubblica. Non è vero, in quanto le Province incidono solo per l'1,3% della spesa stessa, a fronte di inique manovre economiche che le hanno chiamate dal 2011 a contribuire al risanamento del Paese per il 25%. Inoltre la loro abolizione non sopprimerebbe spese destinate a servizi essenziali, in base alle funzioni assegnate. Ora, dopo aver praticato il rigore, l'Italia ha bisogno di crescita e equità, in quanto la piaga della disoccupazione è un problema economico, sociale e civile che mina la coesione sociale. Per creare occupazione e aiutare chi cerca lavoro occorrono orientamento, formazione e rapporto diretto con le imprese, attività tipiche dei centri per l'impiego gestiti dalle Province. Vanno potenziati per mantenere in ambito locale il controllo dello sviluppo del territorio e delle politiche ambientali e sociali, per rispondere alle esigenze d'innovazione e modernizzazione del Paese".

Secondo Nicola Staloni (Sel) "il bilancio è caratterizzato da una seria razionalizzazione delle spese dell'Ente alla quale non ci potevamo sottrarre. Il mercato dell'auto fermo, dovuto alla recessione, in aggiunta al patto di stabilità, che non permette di fare investimenti, e i crescenti tagli alle Province rendono obbligatorio occuparci solo delle funzioni proprie e di lasciare da parte quelle di coordinamento. Decisione difficile, ma necessaria. L'estinzione dei mutui per le opere che non riusciremo a fare dà la possibilità di realizzare un piccolo piano di investimenti . Bene il pagamento delle fatture fino al 31 dicembre , così come il calo dell'indebitamento. Infine, esprimo soddisfazione per la possibilità, grazie ai fondi europei, di finanziare anche nel 2014 il piano della formazione professionale che dà la possibilità a chi non ha un lavoro di formarsi e acquisire competenze utili, necessarie a riagganciarsi al mondo del lavoro quando i mercati ripartiranno".

"L'approvazione di questo bilancio rappresenta un atto di responsabilità che consente alla Provincia il proseguimento della sua attività ed è ispirato ad un criterio di rafforzata prudenza dovuto all'incertezza del ruolo futuro di questo ente da tempo assalito da progetti di riforma istituzionale che hanno come comune denominatore il suo ridimensionamento o la sua scomparsa - afferma Tiziano Bordoni (Fds) -. Noi non li condividiamo perché ogni riduzione di un livello elettivo è una riduzione della democrazia. Pensiamo che sia necessario ridefinire le competenze della Provincia portando in essa, in modo esclusivo, funzioni ora attribuite ad enti esterni non elettivi e di area vasta. Il patto di stabilità e le conseguenti pesanti limitazioni alla capacità di investimento accentuano la spirale recessiva e impediscono un ruolo anticiclico della finanza pubblica".

Chiosa Bordoni: "Non si propone una nuova politica industriale per il Paese né si interviene a sufficienza sui meccanismi di creazione di ricchezza ma si proclama una crescente povertà di mezzi solo quando si guarda alla spesa pubblica. Questa politica preserva lo status quo e penalizza le masse lavoratrici del Paese lasciandole in ruoli precari e subordinati, in piena soluzione di continuità tra i governi precedenti e quello in carica. Lo sblocco dei pagamenti della P.A. nei confronti delle imprese, in ragione della spending review, non viene accompagnato da alcun impegno prospettico nel futuro. E' necessario un riordino complessivo delle fonti di entrata della Provincia nella compartecipazione alle imposte e la svincoli dal mercato dell'auto. Va valorizzato il ruolo svolto dai dipendenti. Ci opporremo a qualunque operazione tesa a favorire la privatizzazione di proprietà pubbliche perché tali azioni comporterebbero un ulteriore impoverimento sociale proprio quando la dotazione di strutture e spazi di res publica può essere utilizzata per rispondere a bisogni sociali crescenti".

Secondo Galassi (Pd), "i tagli che abbiamo subito ci devono imporre una discussione seria. Non possiamo permetterci di perdere, oltre alle risorse, tutte le forze buone, mi riferisco al volontariato sociale e culturale  con cui possiamo e dobbiamo continuare a costruire dei progetti, magari condivisi con altri enti locali e i privati". "Siamo bloccati dalle tasse - chiosa Mauro Monti (Lega Nord) -. Tasse che, principalmente, paga il Nord. Siamo la locomotiva  a cui continuano ad attaccare vagoni, spesso con i freni tirati. Stanno distruggendo la nostra ricchezza. Basta fare un giro nelle nostre aree artigiane per vedere la sequenza dei cartelli vendesi o affittasi sui capannoni. Ma scusate, il " patto di stupidità " come l'ho definisco io, chi l'ha inventato? Il vostro Prodi, così come ha fatto con l'euro. Con questo bilancio noi non facciamo altro che aggiungerci ad uno Stato esattore: aumentiamo le tasse e caliamo i servizi".

Tiziana Bandoli (capogruppo Pd) si è soffermata sul welfare, dicendo che "per noi il welfare non è solo fattore di giustizia sociale è anche un elemento per lo sviluppo dell'economia. Dobbiamo renderlo più adeguato alla nuova realtà, più giusto e più incisivo, con servizi personalizzati ed individualizzati, ma nello stesso tempo se vogliamo allargarlo deve essere sostenibile dal punto di vista economico. Anziani, non autosufficienza, pronto soccorso, malattie acute e gravi: dobbiamo riuscire ad innalzare la qualità delle prescrizioni, di assistenza e di cura. Quello che spaventa le nostre famiglie non è tanto Ausl unica, quello che chiedono sono reparti che lavorino in maniera coordinata, servizi domiciliari, strutture adeguate, equipe mediche all'altezza delle emergenze ed eccellenti".

Gianluigi Forte (capogruppo Lega Nord) ha ribadito la particolare situazione politica ed economica che sta vivendo il nostro Paese "la cui struttura istituzionale viene minata. Io- ha detto Forte- sono favorevole al mantenimento delle Province. E questo lo dico da sempre. Sono enti che hanno una logica precisa dentro ad un quadro istituzionale dove i cittadini devono essere rappresentati". Chiarisce Paolo Pirazzini (Pd): "Mentre continua l'incertezza sul futuro delle Province, siamo certi che dovremo continuare ad assicurare i servizi e le funzioni con un taglio verticale delle risorse. Il bilancio di previsione ha tutte le caratteristiche, per questa ragione, non di una scelta politica ma di un provvedimento commissariale. In attesa che la corte costituzionale si pronunci sul percorso di revisione del ruolo e sulla natura dell'ente di area vasta approviamo responsabilmente il bilancio che ci viene proposto e auspichiamo che nei prossimi mesi governo e parlamento sblocchino il patto di stabilità per rilanciare gli investimenti pubblici, facciano ripartire il federalismo fiscale e diano coerenza e organicità al disegno di riordino istituzionale e della pubblica amministrazione".

Conclude Gianfranco Spadoni (Udc): "Sobrietà, evitare facili demagogie: questi termini e richiami del presidente Casadio devono valere per tutti, a partire da lui, dal suo partito e dalla sua coalizione. Si continua, ad esempio, a non coinvolgere il consiglio sul riordino sanitario. Noi non abbiamo ancora potuto esaminare nessun atto, non abbiamo visto una proposta concreta, leggiamo le cose dai giornali. E a proposito di qualunquismo: è  innegabile che avete anche qui elevato alle aliquote più alte possibili le tasse di nostra competenza".

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