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Provincia Romagna, "nessun obiettivo strategico"

"Sulla provincia romagnola, l’unico argomento che tiene banco consiste nella sterile lotta per ottenere la sede del capoluogo della nuova amministrazione provinciale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Sulla provincia romagnola, l’unico argomento che tiene banco consiste nella sterile lotta per ottenere la sede del capoluogo della nuova amministrazione provinciale, mentre si scansano completamente i temi più centrali. A cominciare, ad esempio, dalle competenze, (oltre a quelle già fissate dalla legge), alle fonti di finanziamento, e all’esigenza di assicurare una forte integrazione fra i tre territori per snellire le procedure e realizzare, quindi, minori sprechi e dare impulso all’economia di area vasta. Si continua ostinatamente ad attendere dal Governo e dalla Regione le linee guida su cui costruire il nuovo soggetto, ma da parte dei singoli consigli provinciali in vita per tutto il 2013 non emerge nessun contributo propositivo per rilanciare questo uovo soggetto più snello e meno burocratico, più vicino alle imprese e alla gente, e, oltretutto, si trascura completamente il futuro dei dipendenti degli enti.

Nemmeno dai presidenti non si colgono interventi apprezzabili di alcun tipo sull’argomento in questione, se non ,forse, trattative riservate e non condivise dai consessi elettivi. I cittadini, tra l’altro, sono davvero stanchi di assistere a una discussione lontana dalla vera sostanza, vale a dire dalla definizione di un efficace sistema di governo del territorio, rispetto al mero obiettivo di stabilire la città capoluogo e, di ricercare fra spinte e lotte intestine, il nuovo presidente chiamato a guidare la maxi provincia romagnola. Siamo di fronte ancora una volta ai soliti personalismi e alle logiche di campanile che allontanano sempre più dalla sostanza alla base del provvedimento, e senza riempire di contenuti un contenitore già traballante. Proprio alla luce di questa situazione, le province, molto più opportunamente, dovevano essere abolite in occasione dell’istituzione delle regioni, ma non è stato fatto: tanto valeva agire in quell’occasione, tenuto conto di questa situazione poco esaltante e di così basso profilo".

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