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Provincia Romagna, Ravenna capoluogo? Non è detto

Infatti il testo di legge recita che "diviene capoluogo di Provincia il Comune, tra quelli già capoluogo di Provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni".

Capoluogo della nuova Provincia di Romagna a Ravenna? Non è detto. Se, infatti, Ravenna è il “capoluogo designato” in automatico per effetto dell’ultimo decreto di riordino delle Province, il 188 del 5 novembre, tuttavia i giochi potrebbero presto cambiare. E’ la richiesta che proviene dal Consiglio Provinciale di Forlì-Cesena, quasi all’unanimità. Infatti il testo di legge recita che “diviene capoluogo di Provincia il Comune, tra quelli già capoluogo di Provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni”.

E proprio il “diverso accordo” è ciò che chiede un ordine del giorno presentato in Consiglio. Infatti, i gruppi consiliari del PdL, Lega Nord, UDC, IDV, Gruppo Misto e PD chiedono al Presidente della Provincia Massimo Bulbi di far valere questa clausola “ovvero individuare il capoluogo della Provincia di Romagna in quello di Forlì – Cesena, come conseguenza della maggior popolazione residente, della sua collocazione baricentrica all’interno della nuova Provincia, di quanto contenuto nel D.Lgs 252 del 6 marzo 1992, nonché delle dotazioni di edifici destinati alle pubbliche amministrazioni”.

La tesi alla base dell’ordine del giorno presto in discussione è che, visto che Forlì-Cesena ha due città entrambi con dignità di capoluogo (di fatti la Provincia si chiama di Forlì-Cesena), le due popolazione vadano sommate (215.000 abitanti in tutto), in tal caso sarebbe ‘Forlì-Cesena’ il capoluogo. In ogni caso, oltre a questa interpretazione della norma, si può giocare la carta del “diverso accordo”. Si fa leva sulla posizione più baricentrica rispetto a Ravenna. A quanto pare, inoltre, Rimini sarebbe più propensa a riequilibrare i rapporti con Ravenna mettendo la sede del capoluogo su un “terreno neutro” (per evitare concentrazione a Ravenna), vale a dire Forlì o forse anche Cesena. Basterebbe questo: il nuovo testo del decreto, infatti, prevede che gli accordi siano “anche a maggioranza”, quindi senza il consenso di Ravenna.

 
L’ordine del giorno presentato in Consiglio Provinciale, infine, chiede “di evitare tutti i processi di riduzione del personale. E’ necessario uno sforzo e un impegno comune affinché in questo processo di unificazione e di razionalizzazione nessun dipendente provinciale perda il proprio posto di lavoro”. Hanno sottoscritto il documento Stefano Gagliardi (PDL), Luigi Lelli (PD), Giorgio Faedi (Gruppo Misto), Gian Luca Zanoni (LN), Giovanna Perolari (IDV), Maria Grazia Bartolomei (UDC).

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