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Provincia Romagna, Spadoni (Udc): "Pessima partenza"

"Non vi sono, infatti, certezze nell'organizzazione degli assetti futuri del personale, nella distribuzione dei carichi di lavoro in un'ottica di area vasta, oltre a mancare un disegno complessivo"

"Il Comitato delle autonomie locali si è espresso a favore della Provincia d’ambito romagnolo di cui faranno parte i territori provinciali di Ravenna, Forlì - Cesena e Rimini. Il nuovo disegno geografico, in questo modo, ha preso forma, ma occorre riempirlo di contenuti e di competenze per non rischiare di inserire in un unico contenitore tutte le criticità e le debolezze dei tre enti, e vanificare, quindi, il grosso sforzo organizzativo". Esordisce così il consigliere provinciale dell'Udc, Gianfranco Spadoni.

"Oltretutto nel complicato processo di aggregazione e di riassegnazione delle funzioni, sorge spontaneo da parte del personale dell’ente di piazza dei Caduti l’elementare domanda di quale possa essere il proprio futuro soprattutto alla luce dei trasferimenti di parte delle competenze ora in capo alle province, ai singoli comuni, alla regione o ad uno solo dei tre enti aggregati - evidenzia Spadoni -. In assenza dei criteri su come ripartire le funzioni, ferme restando quelle indicate dal decreto n.95/2012 riguardo la pianificazione dei servizi di trasporto, ambiente, gestione delle strade, programmazione della rete scolastica e relativa conduzione dell’edilizia degli istituti di secondo grado, i lavoratori dell’ente vivono momenti di incertezza e di comprensibile preoccupazione".

"Non vi sono, infatti, certezze nell’organizzazione degli assetti futuri del personale, nella distribuzione dei carichi di lavoro in un’ottica di area vasta, oltre a mancare un disegno complessivo alla luce del processo di questo riordino interprovinciale - continua Spadoni -. Il personale di Piazza Caduti, peraltro, non è stato mai convocato dal proprio datore di lavoro, vale a dire il presidente che ha la rappresentanza dell’ente, per affrontare, seppure a maglie larghe, la questione del futuro dell’istituzione provinciale e le conseguenti prospettive occupazionali per le risorse umane. Si tratta, a mio giudizio, d’inqualificabili questioni di forma e di sostanza che non possono essere liquidate nascondendosi dietro al paravento dell’incertezza generalizzata o di determinati livelli di improvvisazione ormai, purtroppo, all’ordine del giorno".

"Assistiamo, oltretutto, a un vero e proprio paradosso di taglio tragicomico. Come si ricorda, fra i servizi erogati dall’ ente di piazza Caduti vi è anche quello dell’avvio al lavoro, della mediazione fra domanda e offerta, dell’ assistenza dei lavoratori nella difficile fase della cassa integrazione, mentre nei confronti del proprio personale interno, la Provincia stessa ha palesemente dimostrato di escluderlo con la massima disinvoltura, come si trattasse di semplici aggiustamenti organizzativi di normale routine. Siamo sicuri di essere di fronte ad una partenza adeguata per costituire un soggetto nuovo?", si interroga l'esponente dell'Udc.

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