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Provincia, Spadoni (Udc): "Spendig review in salsa bizantina nel Gabinetto del presidente"

"Un’operazione complessiva di ben oltre 156.600,00 euro annui oltre, naturalmente, agli oneri riflessi che ammontano, all’incirca, a 60,000 euro"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"In occasione dell’insediamento della giunta provinciale nel giugno 2011, la Giunta dopo le note polemiche riferite agli elevati costi del direttore generale collocato a riposo a condizioni da nababbo, fece l’ apprezzabile gesto di rinunciare definitivamente a tale figura, risparmiando in questo modo ben 130mila euro annui più oneri riflessi oltre all’indennità di risultato di 63.609,26 euro. Ma se questa scelta andava doverosamente ascritta fra gli interventi positivi e responsabili della giunta, subito dopo quest’ultima deliberò di avvalersi di tre collaboratori esterni individuati dal presidente e assunti a tempo determinato; vale a dire un capo gabinetto, un funzionario presso l’ufficio di gabinetto, un istruttore da dedicare all’ufficio stesso. 

Un’operazione complessiva di ben oltre 156.600 euro annui oltre, naturalmente, agli oneri riflessi che ammontano, all’incirca, a 60,000 euro. In verità, su richiesta di uno dei tre dipendenti a tempo determinato,  dal primo aprile 2012 si è verificata la trasformazione di un rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale  riducendo, in questo modo, la spesa a carico della Provincia, non certo per merito alcuno di quest’ ultima poiché si è trattato esclusivamente di un’esigenza personale avanzata dal dipendente. Ma oltre a questo aspetto, tra l’altro, il capo gabinetto - di fatto volutamente non annoverato fra i dirigenti anche se sotto il profilo economico appartiene a tale livello – oggi potrebbe trovare una giustificazione se svolgesse funzioni di raccordo operativo fra gli uffici con mansioni di coordinamento che meglio si giustificherebbero rispetto a quelle attuali.

E, inoltre, se nel 2011 in fase d’ insediamento del nuovo esecutivo poteva in qualche misura  giustificarsi una simile operazione, oggi  l’assenza di risorse a disposizione e la vita ordinaria di mera sopravvivenza dell’ente rivolta pesantemente verso il basso, dovrebbe imporre una seria riflessione da parte della politica che gestisce la Provincia ormai prossima a esalare l’ultimo respiro. Ciò premesso, la questione, tuttavia non è solo economica. Con queste assunzioni, infatti, sono state mortificate le professionalità interne all’ente invece di  valorizzarle al meglio, e in secondo luogo, proprio in un momento di crisi economica che coinvolge anche gli enti pubblici, occorreva dare un segnale forte a proposito dei costi della politica.

Si tratta, in ogni modo, di un’ ulteriore  conferma dell’atteggiamento dei nostri amministratori di fare pollice verso nei confronti dei livelli romani, quando nel loro piccolo si comportano allo stesso modo. Siamo di fronte, insomma, a una malattia cronica incurabile che non risparmia certamente i nostri enti locali, tant’è che in più occasioni proprio per le ragioni sopra espresse riferite al depotenziamento delle attività dell’ente provinciale ho richiesto anche l’accorpamento di alcune funzioni e la soppressione di almeno due assessorati. Operazione che produrrebbe un risparmio annuo  di oltre 85mila euro più oneri riflessi, rimborsi e spese di vario genere, che non risolvono certamente i noti problemi economico finanziari degli enti locali, ma darebbero in ogni modo un segno tangibile di responsabilità".

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