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"Dai barconi a Ravenna. Pochi sono veri profughi, l’accoglienza non può essere indiscriminata"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"La scellerata politica del Governo nazionale in materia del flusso migratorio, che giornalmente sbarca sulle coste Italiane, sta creando non pochi grattacapi ai responsabili degli Uffici Territoriali dello Stato. Ad esempio, un bel rompicapo per il Prefetto di Ravenna quello di trovare alloggio agli immigrati destinati alla provincia di Ravenna. Ma un bel rompicapo anche per i sindaci della stessa provincia.
Se, da un lato, il Prefetto lancia un aut aut ai primi cittadini: o individuate voi le strutture ideali per dare asilo agli stranieri in fuga, oppure indìco un nuovo bando alla ricerca di privati che possano ospitarli, dall'altro, i sindaci non ci stanno e prendono tempo. Questa in pratica dovrebbe essere l'analisi dell'incontro in prefettura.

Da un primo esame pare che il coltello dalla parte del manico ce l'abbia il Prefetto, poiché a un eventuale bando potrebbero rispondere favorevolmente alcune strutture alberghiere presenti sul litorale. Il prefetto farebbe bene a introdurre nel bando criteri di valutazione delle offerte che non siano solo il minor prezzo offerto, facendo riferimento soprattutto ai problemi di sicurezza e di ordine pubblico: Lista per Ravenna lo sostenne già nella petizione di 2033 cittadini presentata al Prefetto, quando si temeva per Marina Romea. Potrebbe però succedere che a qualche piccolo albergo del litorale facciano gola i 35 euro al giorno a persona ospitata, specialmente nel periodo invernale e che il Prefetto l'accetti. Ma poi? Ecco, è proprio il "poi" che deve far riflettere sull'eventuale adesione, poiché non si sa quando i profughi lascerebbero la struttura, forse neanche prima delle stagioni estive successive, e il gioco non vale la candela.

Sgombro subito il campo da qualsiasi intento razzista. Alle persone che veramente fuggono dalle stragi, deve essere data protezione umanitaria (cosa ben diversa da quella assistenziale a persone che cercano un futuro economico migliore, o addirittura si travestono da profughi con male intenzioni). Ma questa condizione impone di procedere celermente per riconoscere ai veri profughi l'eventuale status di rifugiato. Quanti sono? Forse il 10-15 per cento di quelle che approdano sul suolo italico? Non è scritto da nessuna parte che per accertare lo status di rifugiato occorrano anni. Negli altri stati europei, senza contare quelli oltre oceano, non funziona come da noi: foglio di via e chi si è visto s'è visto. Nel giro di qualche mese, le posizioni degli aventi diritto sono accertate e il resto dei clandestini rispediti ai paesi di origine. Forse qualcuno storcerà il naso nel leggere il termine "clandestini", ma tali sono poiché è ancora in vigore il reato di clandestinità, introdotto con la legge n. 94 del 2009.

Il Ministro degli Interni sa bene che c'è un vuoto normativo nella nostra legislazione, scaturito dal non aver emesso entro i 18 mesi previsti dalla legge delega, approvata dal parlamento il 2 aprile 2014, il decreto legislativo che avrebbe dovuto abolire tale reato. Certo, ci vuole una bella faccia tosta a continuare a piangere le vittime che questo mercato di esseri umani provoca di frequente, persone che veramente fuggono dal proprio paese a causa di una guerra che non è la loro, e lasciare in libera circolazione con libertà di delinquere i tanti che poi troviamo nella cronaca nera sui vari quotidiani. Lo stesso dicasi nel farsi dettare le regole da Francia e Germania, che all'Italia hanno imposto di aprire, senza ritardi, i centri di gestione per i migranti richiedenti asilo.

Ma c'è anche un altro aspetto, che sta sfuggendo a chi ci governa, le cui conseguenze interesseranno la nostra intera generazione futura: il massiccio ingresso in Italia di giovani non al seguito di parenti. Si parla tanto del disegno di islamizzazione dell'Europa, ma poi si sottovalutano alcuni segnali che propenderebbero verso questo obiettivo. Giusto o sbagliato che sia, se uno più uno fa due, l'Italia, ma anche l'intera Europa, nel giro di qualche decennio possono essere islamizzate, e senza spargimento di sangue. Non è pura fantasia, ma un monito a futura memoria. Al di là di come si concluderanno gli accordi Prefetto-Sindaco di Ravenna, la maggioranza dei cittadini che risiede sul litorale ravennate manda un chiaro messaggio: fino a quando non si modificherà l'art. 1 della nostra Costituzione, continueranno ad avvalersi della sovranità territoriale che ad essi appartiene".

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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