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Ravenna 2019, "analisi a bocce ferme"

"Vogliamo la verità sul perché la giuria è stata portata a Lido Adriano"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Parafrasando una delle più belle poesie di Giacomo Leopardi di cui non v'è più traccia nei testi scolastici: "La quiete dopo la tempesta", è ora di iniziare ad analizzare alcune scelte dell'amministrazione comunale relative alla candidatura di Ravenna 2019. A bocce ferme, come suol dirsi, emergono situazioni che meritano approfondimenti e risposte ancora non date. Tanti, da semplici cittadini al sindaco di Dovadola, hanno chiesto il perché portare la giuria a Lido Adriano. La stessa stampa nazionale, il Quotidiano Nazionale del 7 ottobre scorso, manifesta la propria perplessità, ritenendo difficile inserire Lido fra i tesori di Ravenna, più facile fra gli orrori della speculazione edilizia degli anni '70. È appropriata anche la conclusione del commento di Pier Luigi Martelli: L'Unesco ha inserito Ravenna fra i patrimoni dell'umanità per i suoi tesori paleocristiani. Lido Adriano, fra questi, proprio non risulta. Finora, richieste e perplessità sono state snobbate, sia dall'organizzazione, sia dal sindaco.

Pur senza alcuna allusione o correlazione in merito alle scelte dell'amministrazione, c'è un antefatto non a tutti noto che va analizzato. Il 9 settembre 2014, la rivista Donna Moderna riporta questa intervista: «Il rapper Lanfranco Vicari, alias Moder, lavora al Cisim, un centro culturale ricavato da un'ex scuola nel quartiere di Lido Adriano, nella periferia di Ravenna, "famoso per lo spaccio della droga"». Ma non è finita qui, Vicari conclude l'intervista con queste affermazioni: «È stato interessante vedere come i ravennati si sono avvicinati al "ghetto" di Lido Adriano e attraverso il rap abbiano cominciato a conoscere e frequentare i giovani che vivono lì. È un motivo di orgoglio constatare che siamo riusciti a sconfiggere i pregiudizi e a far crescere un'intera comunità».

Queste affermazioni non sono passate inosservate a un abitante di Lido Adriano, che ha costretto la redazione di Donna Moderna a riportare una precisazione, di cui cito i passi salienti, mentre la versione integrale è riportata nell'allegato: «Lido Adriano è una frazione di Ravenna, non è una sua periferia e non è famoso per lo spaccio di droga... La definizione è infelice: a Lido Adriano non esiste il ghetto… i problemi di Lido Adriano sono i problemi dell'Italia che accoglie tutti ma non è in grado di dare lavoro a tutti.». La vicenda non è passata inosservata neanche alla locale Pro-loco la cui presidente, in data 17 settembre 2014, ha scritto al sindaco, agli assessori al Turismo e ai Servizi Sociali e alla presidente del Consiglio territoriale, portandoli a conoscenza dello stupore, del rammarico e dell'indignazione dei cittadini e degli operatori economici della località, per le affermazioni rilasciate dal Vicari nella sua intervista. Nessuna risposta è pervenuta alla legittima richiesta: "Cosa intende fare il comune in merito alle diffamanti dichiarazioni risultanti in questo articolo e della conseguente pubblicità negativa per l'intera località a discapito della sua economia?

Una cosa è certa, i problemi di Lido Adriano, se pure non diversi da altre realtà multietniche, sono da addebitare alle politiche sbagliate e menefreghiste dell'amministrazione comunale, che non può cavarsela finanziando e sostenendo un'associazione e il rapper annesso. Ma perché il sindaco e gli assessori non dicono pubblicamente quali siano state le vere motivazioni di mantenere nel percorso della giuria la visita al Cisim di Lido Adriano, nonostante fossero stati messi a conoscenza con congruo anticipo di quanto era successo? Cosa cela il silenzio di lasciare infangare impunemente Lido Adriano? Non credo sia per far vedere poi di essere i primi della classe, in quanto getterebbe un'ombra sul lavoro svolto dall'organizzazione Ravenna 2019. Allora è Lista per Ravenna, attraverso il sottoscritto, a chiedere a sindaco e assessori di uscire allo scoperto. I cittadini hanno sete di verità. Tutti vogliono sapere la verità. Quella verità che ci proietterebbe a comprendere meglio se ci sono state scelte che alcuni fatti avrebbero sconsigliato di essere mantenute in programma. Resta sempre in primo piano la tutela della cittadinanza e di tutti gli operatori economici di Lido Adriano, per cui restiamo in attesa di conoscere anche quali azioni intende intraprendere l'amministrazione comunale nell'immediato futuro".

Pasquale Minichini -Capogruppo di Lista per Ravenna Consiglio territoriale del Mare

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