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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Farmacie, Ancisi va giù duro: "Piano truffa sventato dalla Regione"

"Il piano delle nuove farmacie deliberato dalla giunta comunale di Ravenna ha tentato di aggirare le norme disposte dal decreto “Cresci Italia” per il potenziamento della distribuzione farmaceutica

"Il piano delle nuove farmacie deliberato dalla giunta comunale di Ravenna ha tentato di aggirare le norme disposte dal decreto “Cresci Italia” per il potenziamento della distribuzione farmaceutica, allo scopo evidente di favorire le farmacie comunali, preservandole da uno sviluppo della concorrenza a cui hanno già dimostrato di non sapere far fronte". Lo ha dichiarato Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna

Ancisi non usa di certo mezzi termini quando parla di 'Ravenna Farmacie', sottolineando il fatto di aver prodotto "reddito zero per il Comune di Ravenna che la possiede", nonostante la società da 30 milioni di euro gestisca 16 farmacie comunali. "Gestisce inoltre - continua Ancisi - il più grande magazzino di distribuzione in Romagna capace di servire almeno 150 farmacie. Ravenna Farmacie  ha prodotto nel 2011 reddito zero per il Comune di Ravenna, che la possiede, e altrettanto prevede per i prossimi due anni, mentre qualsiasi piccola farmacia privata della nostra provincia è in grado di generare redditi apprezzabili con minore impiego di risorse e di mezzi. Ci ha pensato il servizio Politica del farmaco della Regione Emilia-Romagna, con nota del 14 maggio scorso indirizzata alla Provincia e per conoscenza al sindaco di Ravenna, a stroncare questo piano"

"Innanzitutto, la Regione ha bocciato l’istituzione della farmacia di Fornace Zarattini, molto interessante per il bacino di utenza, deliberata dal Comune al di fuori delle norme dettate dal decreto Cresci Italia per assegnarla indebitamente a Ravenna Farmacie. Di conseguenza, la Regione invita il Comune ad individuare 9 nuove farmacie, anziché 8, da mettere tutte a concorso, compresa quella di Fornace Zarattini. Se non lo farà, la Provincia è obbligata a farlo al suo posto".

"Ma la maggiore demolizione del piano riguarda la furbesca soppressione delle cinque farmacie succursali esistenti in tre farmacie definitive, impossibile perché - dice la Regione - l’istituzione delle 9 nuove farmacie “è indipendente dall’esistenza di farmacie succursali…Le nuove sedi, infatti, vengono istituite sulla base della popolazione residente, mentre le farmacie succursali sono state istituite per ‘far fronte a temporanee esigenze di assistenza farmaceutica’ conseguenti ‘a significative fluttuazioni annuali della popolazione connesse a fenomeni di natura turistica”. Non hanno così più senso le tre nuove sedi che erano state previste con la soppressione delle cinque farmacie succursali di Marina Romea (alle Bassette), Lido Adriano-Lido di Dante (a Lido Adriano), Lido di Classe-Lido di Savio (non è scritto in quale delle due località). Evidente l’intenzione del Comune di penalizzare le farmacie private titolari di tali sedi succursali, con la conseguenza di penalizzare anche il turismo (perderebbero la farmacia estiva Marina Romea, Lido di Dante e Lido di Classe o Lido di Savio)" prosegue il capogruppo di LpR.

"Sono sottratte ai fulmini della Regione solo le nuove farmacie urbane previste nelle zone di via dei Poggi e di Borgo Montone e quelle rurali di Villanova di Ravenna, San Pietro in Trento e Bastia-Mensa Matellica. Ma l’Ordine dei farmacisti di Ravenna contesta, sul piano della legittimità, che possano essere istituite nuove farmacie negli agglomerati il cui bacino di utenza non rispetti “almeno tendenzialmente” il quorum di 3300 abitanti dettato in via generale dal decreto. Se “lo scostamento è particolarmente significativo…può sconfinare nell’arbitrio…più sostenibile nelle sedi preposte, quando in capo al Comune coincide il duplice ruolo di ente che propone le località per l’apertura di nuove farmacie e di soggetto economico che opera con farmacie da lui stesso gestite”, è scritto nel parere dell’Ordine. Da parte di quelle farmacie private su cui il piano produce danni ragguardevoli alla sostenibilità economica, si contesta la mancanza, a differenza delle altre province confinanti, di uno studio razionale e di alcun logico criterio seguito, che sarebbero necessari per distribuire equamente la collocazione delle nuove farmacie e produrre effettiva maggiore concorrenza e sviluppo, non già aziende nuove asfittiche e indebolimento di quelle esistenti già di per sé svantaggiate. Incombe dunque anche il rischio di contenziosi legali".

Lista per Ravenna chiede perciò "sulla base di uno studio serio, una corretta riformulazione del piano, non più gestito solitariamente dalla giunta comunale, ma aperto al confronto pubblico con l’Ordine e l’associazione dei farmacisti e con le associazioni dei consumatori, ma soprattutto ad un confronto con tutte le forze politiche rappresentate in consiglio comunale, attraverso uno o più passaggi nella commissione Sanità".
 

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