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Minichini (LpRa): "Il “buco” (in tutti i sensi) di Piazza Kennedy"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Memento audere semper, locuzione latina coniata dallo scrittore e poeta italiano Gabriele D'Annunzio. O, se vogliamo, ancor più marcata e molto conosciuto un altro motto latino, Audentes fortuna iuvat. A Ravenna pare invece che per chi è sempre stato alla guida della città, tanto ieri quanto oggi, prevalga il motto di "tirare a campare". Lo ha capito subito la commissione giudicatrice per il titolo a Capitale Europea della cultura 2019. Ci sono tutti gli elementi sulla malagrazia, e non solo, con cui è stata gestita la vicenda di piazza Kennedy, a partire dal fatto che doveva essere l'ultima senza parcheggi e non la prima. Lo dimostra la perifrasi "è soltanto un buco". Non serve andare a cercar ragioni da altre parti, l'atteggiamento di ricerca archeologica per piazza Kennedy discende dal fatto che non si fanno indagini archeologiche preventive "obbligatorie per legge"; non si sfrutta un'occasione unica nel secolo, ma si scava fino a 3 metri e spiccioli, un fazzoletto di terra già esplorato da anni; si consente lo scempio di un cavidotto trasversale su Sant'Agnese, da infamia. Si propongono latrine imperiali e patatine fritte, come fabbrica dell'Agorà, tempio di una "nuova" cultura". Si ricopre tutto all'insegna di una politica di Comune e Soprintendenza, che continuano imperterriti da anni a voler seppellire in particolare le tracce dell'evidenza. Eppure l'ex sindaco Matteucci aveva paventato la possibilità di una piazza archeologica. Rassicura: "È escluso che l'area venga ricoperta, anche solo temporaneamente" (Il Resto del Carlino 7/10/2015). E le parole della funzionaria della Soprintendenza archeologica regionale, in alcuni dei suoi interventi: "Se non ci guardiamo adesso alla nostra storia, quando lo facciamo?" (Il Resto del Carlino 3/9/2015); "Lo scavo raggiungerà i livelli di età romana, a partire da circa 4 metri sotto il piano attuale" (Corriere Ravenna 9/10/2015). Per il Soprintendente regionale, Luigi Malnati: "È fuori discussione che sotto piazza Kennedy ci sia un grande patrimonio archeologico… Il Clou dei ritrovamenti dovrebbe essere concentrato verso i 4,50 metri sotto terra" (Il Resto del Carlino 1/12/2015).

Semmai ve ne fosse bisogno, non abbiamo scritto noi: "…le possibilità di scavo (per isole ecologiche interrate, n.d.r.), possono essere verosimilmente eseguite nell'area ovest, angolo via Garatoni - via D'Azeglio (punta occidentale dell'orto Rasponi), poiché fino a 3,00 metri di profondità, non sono stati trovati reperti. Non abbiamo scritto noi, che in zona orti Rasponi lo scavo previsto aveva una previsione di profondità ipogea di 3 metri e spiccioli, ma compare in decine e decine di dichiarazioni ufficiali. Non abbiamo scritto noi, il 22.03.2016, "…Terminati gli scavi fino a 3,80 metri di profondità nell'area degli ex orti Rasponi di piazza Kennedy, da cui non sono emersi reperti di valore archeologico, l'impresa CBR ha iniziato oggi la fase di riempimento". Se si voleva fare solo una scelta di verifica archeologica, anche stratigrafica, ci si posizionava al centro della piazza per evitare qualunque interferenza e si poteva andare sereni fino a 7.50 metri ipogei (III secolo a.C): "quota scavi Banca Popolare". La condizione del cantiere zona orti Rasponi, al 01.03.2016 (foto allegata), per le dimensioni areali, non consentiva di effettuare in sicurezza, secondo la normativa vigente, scavi che alla profondità di 3.00 metri ipogei; anzi non più di 2 metri, senza sbadacchiature. È possibile notarle dalle scarpate verticali (irregolari), franate in alcuni casi dal camminamento inferiore a 80 cm (irregolare), per non parlare delle protezioni verticali che sui fronti sono al bordo dello scavo (irregolare) e l'impianto wellpoint, addirittura fuori dell'area di cantiere (irregolare). Per dimostrare cosa? Anche con questo andamento di scarpata irregolare, al fondo resterebbe un'area di 50 cm x 50 cm (?). Queste cose si fanno quando non si vuole trovare un prete nella neve, scusate! Cosa ci fa quel grande telo impermeabile al fondo dello scavo a tre metri e spiccioli, per nascondere che cosa, a chi, visto che non si è coperto neppure il ciborio, se è "soltanto un buco"? Una cosa sola: andate a Bologna a pronunciare la frase "è soltanto un buco", riguardo alla storia della città, e vedete cosa vi succede".

Pasquale Minichini, Lista per Ravenna

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