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Porto, Minichini (LpRa): "Stendiamo un “velo” sui dragaggi portuali"

"Il ripascimento delle coste con i sedimenti del Canale Candiano è pura fantasia"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Il convegno degli Spedizionieri del 30 marzo sui dragaggi portuali, quanto mai opportuno e scientifico, ha evidenziato tante novità e alcune omissioni negli interventi dei relatori. Dispiace che la mancanza di domande del pubblico non abbia potuto fare quella chiarezza di fondo, che oggi provo a evidenziare. Innanzitutto va detto che la nuova normativa, che si rifà al metodo di analisi ponderale invece di quello tabellare, è più incisiva sui Porti Sin "Siti di bonifica di interesse nazionale", che non sugli altri, perché consente di circoscrivere situazioni e aree, in cui viene confinata la problematica di inquinamento a maggior rischio. Caratteristica che hanno più i porti Toscani-Tirrenici che non quelli Adriatici. Si tratta di normativa che va a intervenire sugli eventuali problemi insiti, e/o provocati dai sedimenti di risulta nella fase di rilascio, ma non, ad esempio, nella fase di escavo, che restano comunque significativi. Non va a intervenire sul fatto che per ricavare 1 metro cubo di sedimento ne servano 5 di acqua marina, che si contamina nel trasporto.

Ma il discorso è complesso. I dragaggi vengono fatti da una oligarchia di quattro grandi imprese internazionali, che hanno un ventaglio di 70-80 grandi draghe cadauna, con costi di ammortamento lunghi e quindi poco propense a investire sulla innovazione eco-friendly. Il parallelo potrebbe essere con le grandi case automobilistiche e l'elettrico, che ci sono voluti 20 anni e una "Tesla" di mezzo. Innovazione invece che ha fatto una piccola casa produttrice di Pisa, una "Decomar" di mezzo, che risolve tutti i problemi e rende il dragaggio compatibile, compreso il non uso dell'acqua marina, senza bisogno di leggi di favore e soprattutto senza casse di colmata. Come è ovvio, non prende un lavoro, ne si avvia una sperimentazione. D'altra parte siamo in Italia, perché stupirci, ne abbiamo evidenza anche in questi giorni col Governo nazionale.

Il ripascimento delle coste con i sedimenti del Canale Candiano poi, è pura fantasia. Anche disinquinati con costi abnormi, i sedimenti sono composti per tre quarti di limi argillosi e la poca sabbia è granulometricamente così fine, che il mare se la rimangerebbe in un mese. Se vogliamo far vivere i dragatori di rendita perenne, allora va bene. Il sottosegretario Velo, ha giustamente affermato che i sedimenti devono essere smaltiti in un macrointorno, anche interregionale, rispetto al Porto di escavo e non solo nel comune di appartenenza. Il Presidente degli spedizionieri Migliorelli, ha affermato l'importanza di ogni centimetro di approfondimento del Canale Candiano ai fini della competitività, per evitare il più possibile di dover allibare. Ha posto il confronto inglorioso con gli altri Porti mondiali che si interfacciano al nostro, descrivendone le profondità. Problematica che comunque resta anche con il maggior approfondimento del Canale Candiano ipotizzato. È solo il respiro di qualche anno. Ha posto il raffronto, anche qui micidiale, fra ciò che genera in termini di PIL dei Paesi Bassi il Porto di Rotterdam e l'insieme di tutta la portualità italiana. Non si è sentita, ahimè, alcuna proposta della politica per Ravenna, degna di questo nome".

Pasquale Minichini, Lista per Ravenna

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