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Politica Centro / Via Giovanni Pascoli

Centro storico, Ancisi (LpRa): "Via Pascoli è un inferno. Marciapiedi fuori legge"

Secondo Ancisi, "il rischio per l'incolumità della cosiddetta "utenza debole" (pedoni e ciclisti), che è in cima alle dichiarazioni di massima attenzione da parte dell'amministrazione comunale, è molto grave"

Tre proposte, che vengono definite di "buon senso", per risolvere i problemi di Via Pascoli. Ad illustrarle il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi. "Si tratta - illustra il leader della lista civica - di una strada breve e stretta del centro storico, dal fondo stradale mal ridotto, nonostante sia stato rifatto intorno al 2008, destinata ad assolvere, correttamente, alla canalizzazione di tutto il traffico - motorizzato, ciclistico e pedonale - proveniente dalla zona sud della città e diretto al centralissimo parcheggio di Largo Firenze o alla basilica di S. Maria in Porto, Loggetta Lombardesca, Museo d’Arte di Ravenna".

"Il traffico è però insostenibile, causa l’utilizzo improprio di questa arteria, come unica scorciatoia, da tutto il sud-ovest della città e dal relativo entroterra, verso la zona della stazione ferroviaria, e di lì come attraversamento della città in direzione nord, verso la zona del quartiere Darsena sull’asse di via Trieste e verso Marina di Ravenna e i lidi nord - sostiene Ancisi -. La caratteristiche della strada, rettilinea e in discesa, favoriscono velocità da autodromo cittadino dei veicoli motorizzati, incuranti dell’incontrollato limite di 30 km/h, qualità dell’aria da camera a gas e audizioni sonore da concerto rock".

Secondo Ancisi, "il rischio per l’incolumità della cosiddetta “utenza debole” (pedoni e ciclisti), che è in cima alle dichiarazioni di massima attenzione da parte dell’amministrazione comunale, è molto grave, data anche la pessima condizione dei marciapiedi, dal fondo disastrato ed esposti, causa il piano rialzato consumato, ad essere transitati dalle automobili, anche radendo i muri".

Inoltre viene sottolineato che "la larghezza dei marciapiedi, tra i  88 e i 93 centimetri (escluso il bordo, non fruibile perché in pendenza sulla carreggiata), viola il decreto ministeriale del 5 novembre 2001, che fissa, per tutti i marciapiedi, la larghezza minima di 1,50 metri, ed è inferiore perfino al metro minimo riservato dall’articolo 3 del codice della strada agli spazi pedonali tra le case e la carreggiata, in nome del quale un quartiere di Ponte Nuovo ha subito 211 multe in due giorni ed ora un piano particolareggiato del traffico da sette castighi".

Il leader della lista civica parla di "un oltraggio agli incessanti declami politici contro le barriere architettoniche è l’impossibilità di transitare su questa strada da parte delle persone in carrozzella perché quel po’ di sfasciato che resta dei marciapiedi è loro impedito, oltre che da sei tra pali per la segnaletica e cassette di derivazione per cablaggi, da un cestino per rifiuti e da un parchimetro. Per migliorarla, chiedo se e come la Giunta comunale intenda provvedere al riguardo e come valuti le seguenti proposte d’intervento".

Ancisi suggerisce il "rifacimento dei marciapiedi, allargandoli a 1,50 metri, come richiesto dalla legge, così adeguandoli pure alla “fruizione anche da parte di persone su sedia a ruote”, come dal decreto del presidente della Repubblica 503 del 1998; restringendosi la carreggiata, si limita la velocità dei veicoli, tutelando il transito delle biciclette e dei pedoni, peraltro in buona parte turisti diretti dai parcheggi di via Renato Serra verso le zone monumentali del centro storico".

Quindi propone la "realizzazione di un passaggio pedonale rialzato all’altezza del numero civico 15, così da ridurre la velocità dei veicoli e garantire la sicurezza negli attraversamenti". Inoltre ritiene appropriata la "canalizzazione del traffico diretto all’esterno del centro storico, attraverso la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra le vie di Roma-R.Serra-Cesarea-Circonvallazione Molinetto. Questa proposta fu avanzata da LpRA nel 2005 e respinta".

Conclude Ancisi: "Qualora la Giunta comunale ritenesse tuttora non conveniente accoglierla, si chiede di suffragarne la motivazione non con argomentazioni empiriche, ma col supporto di dati e simulazioni di traffico puntuali e verificabili. E, nel caso, di indicare un’eventuale diversa scelta del Piano generale del traffico urbano rivolta ad evitare che via G. Pascoli funzioni da “Strada urbana di scorrimento veloce” cat. D, non avendone le caratteristiche dettate dal Codice della Strada, anziché da “Locale urbana”, cat. Furb, qual è. Per un’adeguata considerazione si suggerisce al sindaco di immaginare che la sede provinciale del suo partito non sia stata trasferita da via Giovanni Pascoli in altra zona altrimenti curata".

        

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