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Il Comune aderisce alla rete Ready antidiscriminazioni, l'opposizione: "Non c'è stato nessun confronto"

La giunta comunale di Ravenna aderisce alla rete "Ready", costituita con obiettivo di collaborazione fra enti locali e istituzioni impegnati a diffondere politiche delle differenze e a contrastare le discriminazioni nei confronti delle persone lgbt

Qualche giorno fa la giunta comunale di Ravenna ha deliberato di aderire alla rete "Ready", costituita nel 2006 da pubbliche amministrazioni con obiettivo di collaborazione fra enti locali e istituzioni impegnati a individuare e a diffondere culture e politiche delle differenze e a sviluppare azioni in contrasto delle discriminazioni nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali e trasgender.

"L’obiettivo è conforme al principio universale di non discriminazione delle persone sulla base dell’orientamento sessuale, sancito da dichiarazioni internazioni e nazionali vincolanti per lo Stato italiano; tuttavia, modalità e contenuti dell’anzidetta deliberazione suggeriscono alcune considerazioni - sollevano dall'opposizione Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Alberto Ancarani (Forza Italia), Samantha Gardin (Lega Nord) e Veronica Verlicchi (La Pigna) -  Potendo scegliere, a norma della stessa rete, di aderirvi con deliberazione della Giunta comunale o del Consiglio comunale, la Giunta comunale stessa ha optato di farlo da sè, in seduta chiusa al pubblico e in forma riservata, ritenendo dunque che tale decisione, di notevole interesse per l’intera comunità ravennate, dovesse essere assunta dalla sola maggioranza del corpo elettorale, evitando il confronto con la minoranza consiliare, che pur ne rappresenta il 47,5%, e comunque ogni confronto pubblico. Aderendo alla rete, inoltre, il Comune ne sottoscrive la “Carta di Intenti”, in massima parte condivisibile. Sta di fatto però che alcuni enti pubblici, già da anni aderenti, tra cui la Regione Friuli-Venezia Giulia, se ne sono di recente ritirati, non condividendo in particolare gli interventi di educazione sessuale effettuati nelle scuole; il delicato aspetto dell’educazione sessuale ai minori, tanto più se bambini, non può escluderne la partecipazione e la condivisione dei genitori stessi. Ciò è avvalorato dal fatto che il Comune di Ravenna compartecipa dal 28 marzo scorso, con l’erogazione di seimila euro e altri benefici economici, al Progetto di educazione di genere “Pluriverso di genere e identità plurali”, in corso fino al 31 dicembre prossimo da parte dell’Associazione "Femminile Maschile Plurale”, domiciliata presso l’Arci Ravenna".

I consiglieri d'opposizione, in un'interrogazione, chiedono quindi al sindaco "come giustifichi l’adesione alla rete Ready senza alcun confronto pubblico e nemmeno consultando la commissione Istruzione-Infanzia e Politiche di genere del consiglio comunale; riguardo ad alcuni interventi, se intende disporre che le “azioni informative e formative rivolte al personale dipendente degli Enti partecipanti”, non potendo rientrare negli obblighi di servizio, siano volontarie e non costituiscano elemento di valutazione delle qualità professionali e personali dei propri dipendenti; disporre che le eventuali attività educative conseguenti alle “azioni informative e formative rivolte al personale impegnato in campo educativo, scolastico…” richiedano - essendo i servizi comunali educativi rivolti a minori della prima e primissima infanzia - il consenso scritto dei genitori dei bambini delle classi interessate, oltreché il loro auspicabile coinvolgimento in fase preventiva".

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