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Naufragio a Marina, LpRa presenta un'interrogazione sul recupero della "Gokbel"

L'esponente della lista civica chiede "in che maniera l'amministrazione comunale si sia resa parte attiva in questa vicenda e con quali modalità, in quali situazioni e con quali attori abbia partecipato alla gestione di quello che potrebbe rivelarsi un danno ambientale di dimensioni anche non trascurabili per la città di Ravenna".

Il recupero del mercantile "Gokbel", il mercantile turco affondato al largo di Marina di Ravenna lo scorso 28 dicembre dopo essersi scontrato il cargo "Lady Aziza" battente bandiera del Belize, al centro di un'interrogazione presentata dal consigliere comunale di Lista per Ravenna, Nicola Grandi. L'esponente della lista civica chiede "in che maniera l’amministrazione comunale si sia resa parte attiva in questa vicenda e con quali modalità, in quali situazioni e con quali attori abbia partecipato alla gestione di quello che potrebbe rivelarsi un danno ambientale di dimensioni anche non trascurabili per la città di Ravenna".

Inoltre al sindaco viene chiesto "se non ritenga di doversi rendere immediatamente parte attiva presso le autorità competenti e gli attori coinvolti, con particolare riferimento alla Capitaneria di porto al fine di accelerare al massimo i tempi del recupero, per evitare che da questa vicenda possa originarsi un danno ambientale che potrebbe avere effetti disastrosi sulla nostra città, sia per la salute dei nostri concittadini che per l’immagine, con conseguenze non trascurabili anche sul settore turistico e balneare, già duramente provato dagli effetti del maltempo dei giorni scorsi".

Illustra Grandi: "Allo stato attuale “il relitto del mercantile Gokbel al largo di Ravenna non rappresenterebbe però un pericolo ambientale” la rassicurazione è arrivata dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti durante un vertice in prefettura svoltosi giovedì scorso, proprio per fare il punto sulle operazioni di recupero. Galletti ha tenuto peraltro a precisare come il rischio ambientale “potrebbe effettivamente sopraggiungere con il trascorrere del tempo” e come per questo sia effettivamente necessaria la rimozione nei tempi più brevi possibili".

"Entro un mese, sempre secondo le affermazioni del ministro, verrebbe stilato il cronoprogramma del recupero che inizierebbe però con (almeno) due mesi di ritardo rispetto alle indicazioni della capitaneria. Le autorità, ha specificato il ministro, “controlleranno che le operazioni avvengano prima possibile” - prosegue il consigliere -. Conoscendo il ministro personalmente non ho dubbi sul fatto che le sue dichiarazioni siano non solo fondate ma basate su informazioni vere oltre che concrete e certamente qualificate, ma rimane il fatto che il carburante presente nella nave potrebbe disperdersi da un  momento al’altro, mentre sulla vicenda il silenzio dell’amministrazione appare assordante". 

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