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Referendum trivelle, Mingozzi a Legambiente: "Tremila persone a rischio"

"Le istituzioni hanno il dovere di difendere in tutti i modi il comparto dell’off shore e lo faremo a partire dagli incontri di questi giorni a Bologna e a Roma", afferma Mingozzi

“C’è molta demagogia nelle affermazioni di Legambiente, che citando le piattaforme ravennati chiede alla Regione e alle istituzioni locali di impegnarsi affinché il referendum contro l’estrazione di idrocarburi si svolga nello stesso giorno delle prossime amministrative". E' quanto afferma il vicesindaco Giannantonio Mingozzi. "Ancora una volta si approfitta della disinformazione per fare allarmismo contro le attività estrattive in Adriatico, citando subsidenza e turismo per pubblicizzare un referendum che l’Emilia Romagna non ha sottoscritto", evidenzia Mingozzi.

"Va detto una volta per tutte che quel referendum, se passa, può bloccare immediatamente tutte le attività dell’off shore, provocare la perdita di lavoro di almeno tremila addetti solo a Ravenna e la chiusura o il trasferimento all’estero di cinquanta aziende che costituiscono il meglio delle nuove tecnologie e dell’industria ravennate - continua -. L’ho ribadito al recente dibattito a Casa Melandri e mi era sembrato che in quella sede un certo equilibrio e un po’di buon senso fossero emersi".

"E’ un errore gravissimo sottovalutare quella consultazione, che proprio per la complessità dei temi trattati, che vanno adeguatamente spiegati sotto tutti gli aspetti, non può essere abbinata alle amministrative - prosegue -. Personalmente considero quel referendum sbagliato come strumento di riforma del sistema della ricerca e dell’approvvigionamento energetico, pericoloso perché non si può affidare a un sì o a un no il destino di tanti occupati. Le istituzioni hanno il dovere di difendere in tutti i modi il comparto dell’off shore e lo faremo a partire dagli incontri di questi giorni a Bologna e a Roma”.

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