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Approvato il regolamento per la gestione dei terreni comunali adibiti ad orti

Il consiglio comunale di Ravenna ha approvato, con l’astensione di Lista per Ravenna e il voto favorevole di tutti gli altri gruppi, il regolamento per la conduzione e la gestione dei terreni comunali adibiti ad orti

Il consiglio comunale di Ravenna ha approvato, con l’astensione di Lista per Ravenna e il voto favorevole di tutti gli altri gruppi, il regolamento per la conduzione e la gestione dei terreni comunali adibiti ad orti. La delibera è stata illustrata dall’assessore al Decentramento Valentina Morigi, che in premessa ha sottolineato il dibattito costruttivo svoltosi sia in fase istruttoria con tutti i comitati di gestione degli orti e le associazioni di volontariato coinvolte che in commissione grazie al contributo dei consiglieri stessi e dei suggerimenti arrivati dai consigli territoriali, che hanno portato a migliorare la proposta iniziale di regolamento.

Morigi, dopo aver ricordato la lunga tradizione degli orti comunali ravennati, tra le prime realtà di questo genere in Italia, ha spiegato che, con la decadenza delle Circoscrizioni, che prima applicavano ciascuna un regolamento diverso, si è reso necessario ed opportuno fare un regolamento unico e uniforme. Rispetto ai regolamenti precedenti le modifiche sostanziali sono tre. La prima è che i canoni da corrispondere saranno uniformati su tutto il territorio comunale (potranno divergere solo a seconda delle dimensioni degli orti, in base a tariffe che saranno stabilite dalla giunta).

Le altre due sono ispirate a principi di solidarietà: una prevede che si possa derogare al fatto che gli orti devono essere concessi a pensionati in caso di persone segnalate dal Servizio sociale territoriale, di scuole (su richiesta degli organismi scolastici) e di persone disabili (su richiesta delle proprie associazioni), compatibilmente con la disponibilità dei lotti; l’altra prevede la possibilità che i gestori degli orti promuovano iniziative di solidarietà tramite la donazione dei prodotti ortofrutticoli a strutture pubbliche d’accoglienza e ospitalità per persone indigenti e ad associazioni del territorio (in questo caso gli ortolani potranno usufruire di contributi finalizzati al miglioramento dell’area, quando previsti dal bilancio comunale).

Prima di chiudere il suo intervento Morigi ha anticipato la non condivisione dell’emendamento poi presentato dal consigliere Ancisi, in quanto a suo parere stilare la graduatoria per l’assegnazione delle aree in base alle eventuali condizioni di indigenza del richiedente da una parte non sarebbe risolutivo di problemi che devono essere affrontati con altri strumenti e dall’altra tradirebbe la tradizione degli orti, che sono nati come occasione di socialità e aggregazione della popolazione anziana.

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