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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini: "Perchè invece non revochiamo il mandato al sindaco?"

Il sindaco, durante i festeggiamenti per il 73esimo anniversario della liberazione di Ravenna dal nazifascismo, ha annunciato che verrà proposta in consiglio la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini

Il sindaco Michele de Pascale, durante i festeggiamenti per il 73esimo anniversario della liberazione di Ravenna dal nazifascismo, ha annunciato che verrà proposta in consiglio la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, già richiesta nella scorsa legislatura da Lista per Ravenna e riproposta di recente da Ravenna in Comune.

"Il dibattito sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, apertosi solo a seguito dell’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Ravenna in Comune, ha visto il pronto intervento di diversi esponenti del Pd ravennate: tra questi, spicca quello del sindaco che, anziché occuparsi dei gravissimi e pesantissimi problemi dei cittadini ravennati, primo fra tutti la sicurezza, continua a perdere tempo intervenendo su questioni secondarie, come quella della cittadinanza onoraria di Mussolini; questione che, dopo più di 70 anni, diventa di particolare urgenza per de Pascale". Veronica Verlicchi, capogruppo della Pigna, attacca duramente l'azione del sindaco.

"Mentre i ladri scorazzano con sempre maggiore intensità in tutto il comune, gli spacciatori agiscono pressochè indisturbati, i ravennati perdono il lavoro e la città si allaga a ogni acquazzone, la massima preoccupazione del primo cittadino e del Pd di Ravenna è quella di revocare la cittadinanza a Benito Mussolini - continua Verlicchi - Ma non sarebbe bastato votare a favore della proposta del Capogruppo di Ravenna in Comune, Massimo Manzoli, senza fare tanta cagnara? Di certo c’è una revoca diventata, ormai, necessaria: quella del mandato a questo sindaco incapace. Alla città serve un programma di governo condiviso che porti a un reale cambiamento e a un deciso sviluppo economico, culturale e sociale di Ravenna e del suo territorio, che permetta di liberare le energie e le risorse della nostra comunità, soffocate da cinquant'anni di governo piddino".
 

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