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Risorgimento, i Repubblicani ricordano il 9 febbraio

Per i repubblicani di Ravenna, ricordare ogni anno il 9 febbraio attraverso le iniziative delle Sezioni e gli omaggi ai luoghi simbolo della città che ricordano il Risorgimento, "è un modo per onorare la memoria di quanti combatterono per consegnarci un futuro di libertà e di democrazia"

I repubblicani di Ravenna, insieme alla Associazione Mazziniana, la Cooperativa Pensiero e Azione, la Società Conservatrice del Capanno Garibaldi e alle associazione Garibaldine e Risorgimentali, hanno celebrato la ricorrenza della Repubblica Romana del 1849 deponendo tre corone di edere alla lapide che ricorda Giuseppe Mazzini, all’ingresso della Casa Municipale. Successivamente, alla presenza del sindaco, hanno reso omaggio alla lapide che ricorda il punto in cui il 15 febbraio 1849 venne piantato a Ravenna l’Albero della Libertà per festeggiare la neo nata Repubblica del 9 febbraio. Per i repubblicani di Ravenna, ricordare ogni anno il 9 febbraio attraverso le iniziative delle Sezioni e gli omaggi ai luoghi simbolo della città che ricordano il Risorgimento, "è un modo per onorare la memoria di quanti combatterono per consegnarci un futuro di libertà e di democrazia e soprattutto per tenere continuamente vivi i valori fondamentali del vivere civile in uno Stato che ci veda Cittadini e non sudditi".

"Anche onorare la memoria di Marino Pascoli, depositando una corona al cippo che ne ricorda la vigliacca uccisione, è un modo per onorare l’impegno dei tanti giovani che hanno sacrificato la propria vita a difesa di questi ideali. Senza retorica si può dire che oggi, centosessantasette anni fa, l’alba del 9 febbraio illuminò non solo una giornata sui colli di Roma ma una vera e propria speranza di riscatto morale, civile e politico - viene evidenziato -. Quel giorno si accese una fiamma di libertà, uguaglianza e fraternità che infiammò le coscienze di un popolo intero. Quel giorno fu Repubblica, anche se ci vollero ancora  altri novantasette anni di lotte e sacrifici di tante giovani e meno giovani vite, prima di giungere alla proclamazione della nostra attuale. Continuando a celebrare il 9 febbraio, noi continuiamo a tener viva quella fiamma che centosessantasette anni fa indicò la strada da percorrere a tutte le democrazie".  
                                                                           

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