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Sanità: "Le Case della Salute non vengano frenate dalla lobby dei medici di base"

Continua il dibattito sulla riorganizzazione ospedaliera della Romagna, all'indomani della seduta congiunta dei consigli di Ravenna, Cervia e Russi.

Continua il dibattito sulla riorganizzazione della rete ospedaliera della Romagna, all’indomani della seduta congiunta dei consigli comunali di Ravenna, Cervia e Russi. Le linee guida erano state presentate, in maniera estremamente sintetica, dal direttore generale dell’azienda sanitaria romagnola, Marcello Tonini.

“CONDIVISIBILE IL TAGLIO DEI POSTI LETTO” - Il Movimento Civico Cambierà ha dichiarato di ritenere “assolutamente condivisibile la riduzione dei posti letto sia pubblici che privati accreditati (100 posti su circa 4mila) in un’ottica di razionalizzazione, ma tale riduzione deve trovare il suo punto di forza nell’istituzione di strutture alternative e di molto minore impatto economico, quali ad esempio le Case della Salute. A questo punto abbiamo chiesto al Dott.Tonini come intendesse superare l’atteggiamento diffidente e negativo dei Medici di medicina generale (che avrebbero un ruolo chiave nelle Case della Salute, ndr). La risposta è stata vaga, ma su una cosa ha convenuto: la lobby dei Medici di base esiste e sarebbe un problema qualora non si trovasse un accordo”.

Per quanto riguarda, invece, l’argomento dei Punti Nascita, Cambierà ha chiesto per quali motivi, se la legge prevede la soppressione dei PN al di sotto dei 1000 parti/annui, Lugo e Faenza ancora non fossero state soppresse. “A nostro avviso, se si parla di termini di razionalizzazione e contenimento dei costi, mantenere in vita Unità Operative  significa dotarle di medici specialistici in ostetricia, di ostetriche, infermieri, pediatri, anestesisti/rianimatori reperibili H24, trovandoci di fronte ad una incoerenza totale”.

“A questo va inoltre aggiunto che per i reparti di ostetricia e ginecologia sono previste le istituzioni di ben 6 UOC (Unità Operative Complesse) nelle città di Ravenna, Lugo, Faenza, Forlì, Cesena e Rimini, quando balza evidente che Lugo e Faenza, possibili future realtà che verranno private dei punti nascita e delle patologie neoplastiche, non avrebbero alcun bisogno di UOC, ma di UOS (Unità Operative Semplici) ottenendo quindi realtà più agili e di minore impatto economico/finanziario”.

“FARMACI PIU’ VICINI AI CITTADINI” - La consigliera del PD, Fiorenza Campidelli, ha rimarcato che il fabbisogno di servizi socio-sanitari è destinato ad aumentare poiché l’indice di invecchiamento dei prossimi anni nel distretto di Ravenna prevede che più del 30% della popolazione avrà un età pari o superiore a 65 anni e che nel 2020 le malattie croniche saranno l’80% di tutte le patologie. “Non serve – ha sottolineato nel suo intervento Campidelli - dare i farmaci all’interno degli ospedali perché la distribuzione diretta ha fatto lievitare in modo esponenziale la spesa farmaceutica ospedaliera mentre esiste un numero sufficiente di farmacie, distribuite su tutto il territorio, con turni di apertura che soddisfano in pieno le necessità degli utenti e che sono l’anello del SSN più vicino ai cittadini.”  Il capogruppo PD Alessandro Barattoni ha ribadito che il numero dei posti letto tagliati al Santa Maria delle Croci non è sostenibile, evidenziando la necessità di un numero di posti letto adeguato per acuti che superi il problema di quelli in appoggio. Poi ha insistito in particolare sui temi della oncologia e sulle case della salute. “Va dato atto a questa Direzione Generale – ha osservato Barattoni - di aver rilanciato la Oncoematologia a Ravenna, con la nomina di due nuovi primari di livello nazionale, chiediamo però di capire in quali altri ambiti Ravenna possa raggiungere livelli di eccellenza all’interno dell’Area Vasta.

Daniele Perini (Amare Ravenna), nel suo intervento, ha evidenziato come l'Amministrazione comunale abbia compiuto una scelta ben precisa, ampiamente condivisa, che  attribuisce indubbia priorità alla sanità cittadina, con il Sindaco che ha avocato a sé la delega in materia, ed ha auspicato una felice integrazione nel campo del sociale con gli aspetti meramente sanitari: a questo si perverrà anche attraverso il prossimo scioglimento dell'Asp.

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