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Scuola e stradelli, Ancisi (LpR): "Avevamo ragione noi"

"Due esempi di questi giorni sono illuminanti di quale ruolo possa proficuamente svolgere l’opposizione, anche se non é visibile né riconosciuto, di come opera il governo di questa città" sostiene il capogruppo di LpR.

"Due esempi di questi giorni sono illuminanti di quale ruolo possa proficuamente svolgere l’opposizione, anche se non é visibile né riconosciuto, di come opera il governo di questa città e di come si eserciti nei confronti dell’informazione pubblica". Lo ha detto Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, che sottolinea come si possa fare 'corretta opposizione' anche se, secondo il consigliere, nessuno ha "dato ragione a Lista per Ravenna".

LA NUOVA RETE SCOLASTICA
"L’11 novembre scorso, quando, dopo accese discussioni sulla stampa, il consiglio comunale approvò lo schema Matteucci sulla nuova rete scolastica, fu messa con poco garbo in minoranza la proposta strutturale di Lista per Ravenna di dar vita a 10 istituti comprensivi, anziché a 9, perché coerente coi criteri fissati dalla legge nazionale e per consentire di insediarne uno a Lido Adriano, la più popolosa frazione di Ravenna. Una sentenza della Corte Costituzionale confermò la legittimità della nostra impostazione" sostiene Ancisi.

"Nella seconda e successiva riunione istituzionale del maggio scorso, in sede di commissione consiliare Istruzione, la giunta comunale dimostrò di aver cambiato idea a favore del decimo istituto e di volerlo collocare a Lido Adriano, ma abbinato a Porto Fuori. Il 14 luglio, i consiglieri comunali di Lista per Ravenna presentano, però, un’ulteriore proposta correttiva, stralciando Porto Fuori da Lido Adriano, per riportarlo nell’istituto comprensivo della Darsena a Ravenna, con la motivazione che “Porto Fuori è ormai a tutti gli effetti un sobborgo di Ravenna, integrato con la città, a cui fa capo per il lavoro la gran parte delle famiglie. I suoi ragazzi frequentano già la scuola media Montanari della Darsena con successo”. Tre giorni dopo, Matteucci annuncia, con la stessa motivazione, la nuova retromarcia: Porto Fuori resta dov’era. Non un cenno alla proposta di Lista per  Ravenna. Di conseguenza, nessun cenno nel panorama dell’informazione pubblica, che pure sa bene come sono andate le cose e come siano documentate".

LE MULTE ALLE MOTO SULL’ARENILE
"Abbiamo condiviso fin dall’11 maggio, giorno di avvio dell’ordinanza del sindaco, l’obiettivo di liberare gli stradelli retrodunali di Marina di Ravenna dal parcheggio dei veicoli. Abbiamo contestato solo gli errori di metodo e organizzativi compiuti (inadeguata preventiva informazione, segnaletica caos, ecc.) e soprattutto per aver coinvolto nella strage di multe da 206 euro i motoveicoli e perfino gli scooter, in assenza di spazi ad essi riservati non solo sul retro dell’arenile, ma anche sul viale litoraneo “se non occupando - dicemmo - uno stallo a pagamento riservato alle auto e pagando il ticket relativo, che può essere trafugato da chiunque. Di qui, la necessità che il Comune riservi su tutto il viale spazi appositi per i motoveicoli”. Dopo mille scomuniche da parte del sindaco, ieri Matteucci ha annunciate che “sono attive a Marina di Ravenna, nel tratto di viale della Pace compreso tra il segnale di inizio del centro abitato e il civico 367 (via Rivaverde) cinquanta nuove aree di sosta gratuite per ciclomotori e motocicli, ricavate sopprimendo dieci stalli di sosta a pagamento per autoveicoli, in prossimità dell'ingresso di cinque stradelli di accesso all'arenile”. È solo una prima tardiva e parziale risposta, ma chi si è battuto perché il problema fosse preso in considerazione, è stata Lista per Ravenna. Nemmeno citata, ma non importa. La stessa cosa dovrà farsi su tutta la litoranea di Marina di Ravenna, giacché Matteucci insiste a dare indicazioni scorrette sulla possibilità di parcheggiarvi ciclomotori e motocicli sulle fasce sterrate o comunque non segnalate, in violazione - certificata -dell’art. 80 del regolamento di polizia municipale. Dunque, parafrasandolo con effetto boomerang, un “incitamento all’illegalità”, che non è mai il modo migliore per correggere gli errori".
 

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