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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Sicurezza, Bazzocchi (Lpr): "Dopo l'emergenza tornerà come prima?"

"C'è voluto un grave fatto di sangue e cortei non autorizzati di magrebini prima, di anarchici poi, inframezzati da documenti e volantini degni delle peggiori pagine di Lotta Continua"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

C'è voluto un grave fatto di sangue e cortei non autorizzati di magrebini prima, di anarchici poi, inframezzati da documenti e volantini degni delle peggiori pagine di Lotta Continua, il tutto infarcito da un disprezza palese e impunito per le Forze dell'Ordine, per fare svegliare dal torpore chi, fino a dieci giorni fa, negava l'evidenza: cioè che la situazione a Ravenna stava precipitando, che l'escalation di violenza era giunta quasi al limite. Il culmine, l'agosto scorso, si ebbe con la rissa di Via Cavour, dopo la quale nessun provvedimento straordinario è stato preso, per rendere più sicura Ravenna.

Durante l'inverno, Ravenna è diventata pian piano preda di gruppi di magrebini, che sull'asse Centro storico, Giardini Speyer, Stazione, Via Gulli, Via Nicolodi, si sono impossessati del territorio, arrivando anche ad offrire la merce liberamente per strada, senza tanti preamboli, senza nascondersi, certi che nessuno li avrebbe disturbati.

Bivacchi con abbondanti bottiglie di birra, comprate magari al supermarket Coop più vicino, senza che ci fosse nessun freno da parte dei gestori, schiamazzi notturni anche in centro (Piazza San Francesco), parcheggiatori abusivi che invadono le piazze e i parcheggi dei supermercati, arrivando a minacciare i cittadini, che in alcuni casi (Piazza Baracca di sicuro), evitano di parcheggiare, togliendo attrattiva alla zona, a scapito dei commercianti e degli abitanti. Il problema è a monte: ma a livello locale si fa tutto il possibile?

L'Italia, per quanto riguarda l'immigrazione, è lo zimbello dell'Europa, la magistratura ci mette e ci ha messo del suo nel demolire la legge Bossi-Fini, così come la Corte di giustizia europea. Alcune date. Nel dicembre 2010 la Corte Costituzionale boccia una delle norme del "pacchetto sicurezza" 2009 sul reato di clandestinità: non è punibile lo straniero che in "estremo stato di indigenza" non ha ottemperato all’ordine di allontanamento restando illegalmente in Italia.

Aprile 2011: la Corte di giustizia Ue boccia la norma italiana che prevede il reato di clandestinità e l’arresto per gli immigrati irregolari, perché è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei migranti irregolari. E si potrebbe continuare all'infinito.

Ultimo atto: i permessi di soggiorno per motivi umanitari, dopo le rivoluzioni del Nordafrica.
Domande:

A Ravenna, sono state adottate misure simili a quelle attuali, cioè con presidi continui delle Forze dell'Ordine nelle zone calde?  

Il Prefetto, a fronte del dilagare degli episodi di arresto di cittadini stranieri clandestini, di continuo via vai nelle zone sopra indicate da parte di individui (sempre i soliti) nullafacenti, con la certezza che unico mezzo di sostentamento sia lo spaccio di droga, i furti, non ha pensato di fare qualcosa in più della normale amministrazione?

Il Sindaco, responsabile del territorio e primo punto di riferimento del Prefetto e del Questore, non ha pensato che il presidio del territorio fosse da rinforzare, senza arrivare a episodi limite oppure la nostalgia del Governo Berlusconi, non gli fa intravvedere soluzioni alternative?

I politici locali, che hanno oggi come punti di riferimento i tre partiti che sostengono il Governo, non pensano che da parte loro debba esserci più incisività nel segnalare le situazioni che oggi e da mesi stiamo vivendo?

Il Questore, pensa fosse opportuno revocare qualche permesso di soggiorno, come hanno fatto i suoi colleghi, in primis a Bologna? E se non lo ha fatto, perché?

A tutti chiedo: dopo che l'emergenza sarà finita, tutto tornerà come prima, anche in previsione dell'estate e delle già avviata malsana movida? È giunta l'ora che i diretti interessati rispondano a parole e con i fatti.

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