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Spadoni: "Mancano i farmaci in corsia. Portateli da casa"

"Recentemente le farmacie hanno scioperato per richiedere il rispetto della disposizione riguardante la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Recentemente le farmacie hanno scioperato per richiedere il rispetto della disposizione riguardante la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale. Si tratta di una questione che oggettivamente ha presentato non poche tante criticità, poiché  da un lato tale provvedimento offre il vantaggio del risparmio economico per l’Ausl dovuto all’acquisto alla fonte dei medicinali: vantaggio economico, tuttavia, tutto da dimostrare. Dall’altro, però, comporta non pochi disagi per l’utenza oltre a creare squilibri nell’economia complessiva. A tutto questo si aggiungono altre motivazioni riguardanti il limitato numero di farmacisti ospedalieri messi a disposizione, questione che  provoca spesso lunghe file di attesa e, oltretutto, non troppe garanzie sul piano dei vari servizi, mentre tutto questo è ampiamente garantito dalla rete capillare delle farmacie in termini di assistenza, di informazione e di rapporto con il paziente. Al ragionamento sui farmaci va annotata una bizzarria riferita ai degenti ricoverati in ospedale. Frequentemente le persone ricoverate sono esplicitamente chiamate a portare da casa  una parte di medicine in uso dal paziente, per indisponibilità interna. E questo crea qualche problema  se si pensa, ad esempio, che il medico di base non sempre fa la prescrizione a fronte di un ricovero ospedaliero poiché ritiene – a ragione – che dovrebbe essere lo stesso ospedale a fornire un’assistenza completa. Oltretutto la questione appare quantomeno curiosa se si pensa, appunto, che da un lato l’ospedale si ostini a distribuire direttamente i farmaci, dall’altra invita una parte di  pazienti ricoverati ad approvvigionarsi della medicina con spesa  e a carico del paziente e delle famiglie. Senza tener conto, tra l’altro, del non poco disagio". 

Gianfranco Spadoni
 

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