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Spadoni (Udc): "Variante al Ptcp di Cervia molto impattante"

L’area interessata compresa fra l’abitato di Milano Marittima e il locale cimitero, - quest’ultimo oggetto centrale della variante per l’esigenza di un suo ampliamento, - è di dodici ettari

Nel mese di aprile 2012 con il solo voto del Pd, l’astensione di Sel e della Federazione della sinistra, e l’espressione contraria dei gruppi di minoranza, la Provincia ha approvato la variante riguardante un’area sita nel Comune di Cervia, e a breve il Consiglio provinciale è chiamato a terminare l’iter amministrativo con l’approvazione della variante specifica al Ptcp – Piano territoriale di coordinamento provinciale". Lo ricorda Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale dell'Udc.

"L’area interessata compresa fra l’abitato di Milano Marittima e il locale cimitero, - quest’ultimo oggetto centrale della variante per l’esigenza di un suo ampliamento, - è di dodici ettari: si tratta di un’ ex zona agricola non coltivata, in parte incolta e in situazioni precarie, con edifici dismessi - continua l'esponente centrista -. Pur in queste condizioni, questi 129.000 metri quadrati di terreno sono interclusi fra le storiche Saline cervesi e una porzione del Parco del Delta, pertanto ragionevolmente, l’ intero comparto si può tranquillamente considerare come un’area sensibile proprio per la sua collocazione".

"La richiesta del comune di Cervia nasce dall’esigenza primaria di modificare, appunto, l ‘attuale classificazione da zona di tutela naturalistica di conservazione a semplice zona d’ interesse paesaggistico ambientale, e quindi una classificazione con un livello di tutela più basso rispetto all’attuale, aprendo in questo modo, a possibili maggiori trasformazioni - aggiunge Spadoni -. Non è in discussione la necessità di consentire l’ampliamento del cimitero rispetto al quale non abbiamo nulla da eccepire, ma il percorso procedurale che doveva competere al comune interessato una volta adottati gli strumenti di pianificazione territoriale a cominciare dal Psc in variante".

"Inoltre alcuni autorevoli pareri di merito, tra cui quello della giunta regionale, dovevano rappresentare una chiara linea d’indirizzo da adottare e in qualche misura da rispettare - prosegue ancora il consigliere provinciale -. In particolare la Regione ha posto l’accento sulla mancata valutazione del valore potenziale dell’ area che nonè rappresentato unicamente dall’uso attuale ma dal ruolo e dalla funzione che la stessa avrebbe potuto assumere per il miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica dei luoghi, e per la funzione di collegamento che avrebbe potuto avere tra il Parco e le Saline".

"Ancora più severo è stato il parere espresso dal Servizio Beni architettonici e ambientali della stessa Regione in cui si rileva, tra l’altro: “……si ritiene che sia da tenere in considerazione di più la possibilità di estendere l’area boscata rispetto alla scelta di riempire quel vuoto, perché indubbiamente di vuoto si tratta, con qualcosa di diverso ma con l’assai probabile conseguenza di artificializzare 141.000 mq; non si ritiene motivo di ridurre anziché potenziare la dotazione di verde di questo territorio, parte di zona costiera che ha subìto per decenni una costante azione di cementificazione e di denaturalizzazione che sarebbe invece opportuno contrastare…”. Insomma, il Servizio regionale pare voler dire: una “cucitura” fra le varie zone di pregio presenti nel comparo, sarebbe stata sicuramente preferibile all’ostinata scelta", conclude Spadoni.

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