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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

"La spiaggia golenale di Lido di Dante torni pubblica e ad uso libero"

"Non mi soffermo sugli aspetti giuridici, ma cito solo quali sono i beni che fanno parte del demanio marittimo ai sensi dell'art. 28 del codice della navigazione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Ogni anno, con l'inizio della stagione balneare, la spiaggia a nord di Lido di Dante (per intenderci, il tratto di arenile che dall'argine a nord del bagno Passatore arriva fino alla foce dei Fiumi Uniti, in sostanza la spiaggia situata nella golena), è tappezzata di cartelli indicanti il divieto di accesso. Essi sono stati affissi al suolo da una non meglio identificata società che si definisce proprietaria dell'intera zona, anche se - a quanto sembra - ne ha perduto il titolo, per il fatto che, con l'arretramento della linea di costa a causa dell'erosione, gli originali confini della proprietà posti ad ovest della spiaggia sono stati incorporati, ben oltre la linea di costa, dal mare. Si verifica, addirittura, che il Comune di Ravenna, per poter emettere l'ordinanza per l'area cani alla foce dei Fiumi Uniti, richiede un' "autorizzazione" a tale società privata.

Ciò crea disorientamento e forte dissenso nei cittadini che hanno sempre usufruito di questo lembo di suolo italico come spiaggia libera, come'era prima dello stravolgimento morfologico della zona. Più volte, nel corso degli anni passati, sono intervenuto con richieste di ripristino dei propri storici confini da parte dell'Autorità marittima. Pochi sanno, infatti, che una volta, in questa zona, il privato confinava con un tratto del demanio Forestale, dopo il quale, per arrivare al mare, c'erano le dune e infine la spiaggia del demanio marittimo.

Non mi soffermo sugli aspetti giuridici, ma cito solo quali sono i beni che fanno parte del demanio marittimo ai sensi dell'articolo 28 del codice della navigazione: i lidi, le spiagge, i porti, le rade; le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa o salmastra che almeno per una parte dell'anno comunicano liberamente col mare; i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo. Premesso che la natura demaniale di tali beni si fonda, preminentemente, sulla potenziale utilizzabilità degli stessi per i cosiddetti usi pubblici del mare (diporto, navigazione, balneazione, pesca, turismo, ecc.), coerentemente con la loro naturale destinazione, ne consegue che ai fini della demanialità rileva non solo l'idoneità astratta insita nel bene, ma anche la sua funzione pubblica nei confronti della collettività. Nel nostro caso la "demanialità" si applica alla spiaggia e alla foce dei Fiumi Uniti.

Sulla spiaggia, potendosi essa restringere a causa dell'azione delle forze erosive del mare, oppure ampliarsi qualora le acque si ritirino, vige il principio secondo il quale il mutamento dello stato dei luoghi è idoneo a mutarne il regime giuridico senza che occorra un apposito provvedimento amministrativo. Inoltre, riguardo al demanio marittimo, il legislatore ha inteso riferire il termine "spiaggia" non solo alla fascia costiera stret­ta­men­te contigua col lido, ma a tutta la zona alluvionata, geologicamente sorta dai movimenti di retrocessione del mare, comunemente chiamata arenile: che de­ve quindi considerarsi sin dall'origine bene demaniale, come tale inalienabile e imprescrittibile, salvo che non intervenga un provvedimento di sdemanializ­za­zione (Cass. Pen. Sez. III, 29 ottobre 1999, n. 2603).

Infine le foci dei fiumi (a noi interessa quella dei Fiumi Uniti, poiché anche di questa la società privata rivendica la proprietà): l'art. 28 del Codice della Navigazione le include nei beni del demanio marittimo per non interrompere il principio di continuità e di contiguità delle coste e per la loro utilizzabilità ai pubblici usi marittimi. Considerato che per quanto concerne i beni che fanno parte del demanio marittimo la competenza è riservata allo Stato, queste sono le richieste che ho inoltrato all'Autorità marittima di Ravenna se ritiene legittima, previa preventiva verifica dello stato dei luoghi, l'apposizione della cartellonistica su un'area del demanio marittimo, che rivendica la proprietà privata del bene; quali provvedimenti riterrà opportuno intraprendere al fine di rientrare in possesso dei beni demaniali, affinché possano ritornare ad esplicare la loro funzione pubblica nei confronti della collettività".

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